Lettere al Direttore
La Telemedicina riguarda tutte le Professioni sanitarie
di Calogero SpadaGentile direttore,
leggendo il contributo del dott. Bartolo, noto che malgrado il pur apprezzabile tentativo di risolvere la presunta ‘babele della terminologia‘ in telemedicina, molti aspetti – in vero in passato già qui affrontati – di non secondario ordine anche alla platea dei non addetti ai lavori, restano trascurati, ovvero irrisolti.
Limitandomi ad una premessa tanto minimalista quanto essenziale, e cioè che magari è la norma di legge che dovrebbe disciplinare “tout court” certi ambiti e di certo non demandare o delegare in continuazione ad attuativi che forse arriveranno – se mai arriveranno – in forte ritardo rispetto alla realtà evolutiva, e laddove pure arrivino in tempo riescono anche a creare un orientamento non univoco, oltreché grande confusione proprio di denominazione (id est: tra dispositivo normativo e dispositivo di protocollo, di codice o procedura); aspetti, anche questi, già qui precedentemente trattati: vedi le ben note “linee guida” della legge della radioprotezione 2000, compilate 15 anni in ritardo, ma oggi ancora vigenti malgrado un aggiornamento normativo del 2020, come pure le più recenti linee guida ministeriali (GU n.120 del 24-5-2022) [2], tutti elementi che certamente possono essere affiancati agli indicati “importanti documenti, linee guida e linee di indirizzo sui servizi di telemedicina a cui, obbligatoriamente, tutti gli operatori sanitari si dovranno adeguare” di Agenas, citati dal dott. Bartolo, mi piace quindi proporre (o riproporre) le seguenti riflessioni:
- anzitutto l’affermazione, riguardo il “Teleconsulto”, ove viene indicato che “In genere è una decisione autonoma del medico richiedente; il paziente può anche non essere coinvolto e magari si accorgerà che ha che fare con una consulenza specialistica solo quando un nuovo medico lo verrà a visitare” … che risulta alquanto perplimente;
- poi la definizione: “Quindi nel teleconsulto c’è sempre un medico richiedente che porrà un quesito ad un medico rispondente”, che ripropone il tanto ripestato quanto irrisolto conflitto di dominanza medico-forense, che vorrebbe (cito documenti dottrinali) che nei c.d. “servizi di telemedicina specialistica”:
la televisita sia un atto “tra medico e paziente”;
il teleconsulto sia un atto “tra medico e medico”;
la telecooperazione sanitaria sia un atto tra “medico, paramedico e paziente” …
attenzione: chi aveva tradotto le slide dall’inglese probabilmente non era nemmeno troppo ben informato del “rigetto” tutto Italico tanto al collettivo Italiano “non medici” (utilizzato anche in normativa) quanto a quello anglosassone “paramedical”;
- infine un “distanziamento” (che una volta tanto non ha a che fare con lapandemia) in continuità con il su citato atteggiamento di dominanza, ove ildott. Bartolo commette pure l’errore di denominazione dei soggetti distanziati:quell’ “operatore di qualsiasi professione sanitaria: logopedista, fisioterapista,infermiere, ecc.” sempre cristallizzatamente inquadrato – malgrado laureatriennale o quinquennale + eventuali masters, nel ruolo di figlio di un diominore, che non potrà mai aspirare nemmeno ad un teleconsulto, o quanto meno essere chiamato anche lui “dottore”.
Bene, se è questo lo sforzo per “Aver tentato di fare chiarezza, quanto meno sulla terminologia”... se è questo “il primo passo per camminare insieme verso uno sviluppo e un cambiamento che oggi, più di ieri, non è più rimandabile “ Allora direi che forse qualche pezzo o qualche passo è stato volutamente trascurato: tra questi il fatto già annosamente pestato nel mortaio, che le professioni sono importanti – tutte – non soltanto quelle mediche; se l’esercizio è quello di “cercare di rendere più comprensibile qualcosa di nuovo facendo riferimento a qualcosa di più noto”, bisognerebbe anche abbandonare il vecchio, ove ristagna una inspiegabile, inammissibile, sconcertante e sconvolgente discriminazione, unitamente alla similmente aggettivabile instancabile tutela di guarentigie e privilegi di casta del tutto incompatibili con un sistema moderno che voglia davvero dimostrare di essere giusto e civile prima che funzionale.
Se è vero, infine, che “Oggi è un diritto di ogni paziente richiedere tali servizi” ...
Allora mi rimetto al giudizio di ogni paziente su siffatte modalità.
Dott. Calogero Spada
TSRM - Dottore Magistrale