21 settembre -
Gentile direttore,
ieri sarei dovuto intervenire al convegno sul futuro delle
professioni sanitarie da lei moderato. Purtroppo impegni imprevisti me lo hanno impedito. Ecco cosa avrei detto se fossi stato presente. I Tecnici Sanitari di Radiologia Medica contribuiscono a 'delineare il futuro prossimo di un settore cruciale della società moderna', con una piena disponibilità nei confronti dell'iniziativa Ministero-Regioni finalizzata alla revisione dei profili di competenza e delle specializzazioni del TSRM. La questione non è se 'starci' o meno, bensì per che cosa e come. La nostra impostazione è questa: ci 'stiamo', per contribuire alla sostenibilità del sistema sanitario pubblico (per che cosa), mettendoci al servizio dei modelli organizzativi e professionali più efficaci nei confronti dei bisogni di salute della popolazione (come).
Dopo un decennio è necessario un riconoscimento sostanziale del valore della formazione universitaria: fatte salve le ricadute pratiche derivanti dall'equipollenza dei titoli, un gruppo professionale laureato deve vedersi riconosciuto un peso di sistema superiore a quello di un gruppo professionale abilitato da altra tipologia di formazione. Se così non può/deve essere, lo si espliciti e si prendano i conseguenti provvedimenti, assumendosi le responsabilità storiche della scelta.
Il 'nuovo' valore delle professioni sanitarie, derivante (anche) dalla formazione universitaria, consente di reinterpretare (non negare!) le normative esistenti, affinché le stesse professioni siano 'disponibili' e 'fruibili' in modo moderno, più funzionale alla riorganizzazione richiesta dai mutati contesti demografici, epidemiologici ed economici.
La reinterpretazione delle norme (es. Profili professionali) a favore della valorizzazione delle professioni sanitarie richiede, inevitabilmente e responsabilmente, la reingegnerizzazione dei percorsi formativi, sia base (laurea) sia post base (master I livello professionalizzanti, laurea magistrale, master II livello, corsi perfezionamento, corsi regionali). Per i TSRM ogni cambiamento logico, lecito ed economicamente sostenibile è realizzabile solo se accompagnato dal necessario supporto formativo.
Laddove i nuovi modelli organizzativi richiedano la rimodulazione e/o l'ampliamento delle attuali competenze del TSRM, a seguito di idonei percorsi formativi, in assenza di esperienze validate, è ragionevole prevedere che tali modelli siano sottoposti a sperimentazione, al fine di verificarne l'effettiva efficienza ed efficacia.
Due esempi concreti.
Uno, la preparazione e la somministrazione di mezzi di contrasto e radiofarmaci: a seguito di specifica formazione, il TSRM, operatore sanitario, potrebbe farsi carico, con relativa assunzione di responsabilità, anche della preparazione e della somministrazione di mezzi di contrasto e radiofarmaci. Tale 'nuova' competenza ridurrebbe la frammentazione dei processi diagnostici, aumentandone l'efficienza.
Due, la rilevazione delle alterazioni alla normale anatomia radiologica: per le attività radiologiche territoriali e domiciliari è necessario un TSRM 'diverso' da quello consolidatosi nel contesto ospedaliero, per molti aspetti più 'protetto'. Oltre che a garantire l'effettuazione dell'indagine radiologica, la sua eventuale post elaborazione e la sua successiva gestione all'interno dei flussi informativi digitali, sul territorio egli dovrebbe anche essere in grado di rilevare le alterazioni alla normale anatomia radiologica, al fine di indicarle nel modo più tempestivo possibile al clinico deputato ad interpretarle (radiologo-diagnosi).
In entrambi i casi, un osservatore 'laico' potrà intravedere come le nuove competenze del TSRM, possano risultare funzionali ai nuovi contesti organizzativi, con ricadute positive su sostenibilità, efficienza ed efficacia del sistema sanitario e, più importante, sulle persone che di esso fruiscono.
Alessandro Beux
Presidente Tecnici sanitari di radiologia medica