Lettere al Direttore
World Aids Day: rompiamo il silenzio
Gentile Direttore,
c’è ancora troppo silenzio intorno all’HIV, un silenzio colpevole e carico di responsabilità, soprattutto nel settore sanitario che oggi, in occasione del World Aids Day di ieri, vogliamo provare a interrompere:
1 - Con i progressi fatti dalla scienza una persona con HIV può avere una qualità di vita e un’aspettativa di vita sovrapponibile a quella della popolazione generale.
2 - È scientificamente dimostrato che la terapia combinata riduce drasticamente il livello di viremia nel sangue e nei fluidi rendendo di fatto impossibile la trasmissione del virus per via sessuale e permettendo alle persone affette da HIV e ai loro partner di vivere con serenità la propria vita sessuale e affettiva
3 - La PreP (Profilassi pre esposizione) è un farmaco che può essere assunto prima e dopo un rapporto sessuale e che dà la possibilità di proteggersi efficacemente dalla trasmissione dell’HIV
4 - La sieropositività non significa avere l’AIDS
Come ogni anno in prossimità di questa data è disponibile il report dell’Istituto Superiore di Sanità sulle nuove infezioni da HIV relativo all’anno 2021. Riassumendo:
1- Appare un trend in leggero aumento delle nuove diagnosi (1770 a fronte delle 1393 del 2020) con probabile sottostima e/o sottonotifica come effetto dell’epidemia da COVID-19
2 - Il 63,9% delle nuove diagnosi sono persone later presenter
3 - Il 39,8% ha eseguito il test per sintomi HIV-correlati o sospetta patologia HIV-correlata
Per quanto riguarda la realtà italiana si riconosce:
1 - Un divario sempre più marcato tra piccoli e grandi centri, tra grandi città e province
2 - La presenza di presidi non sempre gratuiti, anonimi e ad accesso diretto
3 - L'assenza di counseling pre e post-test
4 - L'assenza sul territorio di posti facilmente accessibili e correttamente formati sul counseling sessuale, che non stigmatizzino chi non vive una sessualità normata e finalizzata alla procreazione.
Riteniamo impellente la necessità di:
1 - Un’educazione sessuale consapevole e sierocoinvolta nelle scuole, nelle università e, in primis, nelle strutture sanitarie
2 - Una comunicazione che non sia stigmatizzante e sierofobica
3- Spezzare quella narrazione che vuole ancora relegare l’HIV solo ad alcune categorie di persone (chi utilizza droghe per via iniettiva, chi fa sex worker e persone LGBTQIAP+) andando a colpire e stigmatizzare le persone con HIV negli spazi di lavoro, negli ambienti sanitari e nella loro vita affettiva e sessuale
Come professioniste e professionisti della salute vogliamo dare a queste notizie la risonanza che meriterebbero. Vogliamo contribuire, con la nostra pratica nei luoghi di cura, a rovesciare lo stigma e spezzare la narrazione sierofobica e stigmatizzante che colpisce le persone affette da HIV.
Crediamo in una prevenzione combinata che unisca interventi biomedici (test per l’HIV e le altre MST, terapia combinata per l’HIV, condom per peni e vagine, Prep, PEP, siringhe sterile e monouso per chi fa uso di sostenza iniettive) interventi strutturali (destigmatizzazione delle persone con HIV, decriminalizzazione del sex work e della migrazione, lotta alla violenza di genere e accesso diffuso e gratuito agli strumenti biomedici di prevenzione) e interventi che promuovano la cura della salute sessuale (counselling sessuale, educazione sessuale, campagne di comunicazione...).
Come professioniste e professionisti sierocoinvolti giocheremo la nostra parte in questa lotta.
Il Coordinamento di Chi si Cura di te?