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QS Edizioni - venerdì 22 novembre 2024

Lettere al Direttore

Niente di buono all’orizzonte per i medici italiani

di Filippo Maria Larussa
16 novembre -

Gentile Direttore,
al di là delle iniziali, generiche e scontate attestazioni di apprezzamento e gratitudine, i primi segnali che il nuovo Governo lancia verso Medici e Dirigenti Sanitari del S.S.N., appaiono sempre più deludenti, e fonte di sgomento e preoccupazione tra gli operatori.

Sgomento hanno suscitato alcune affermazioni sul “comportamento” (in realtà attività clinico-diagnostica) dei medici incaricati di ispezionare le navi delle ONG ed i loro “carichi” di umana disperazione, prima definito dal Premier “bizzarro”, poi dal sen. Malan “oggetto di possibile intervento regolatorio” per intrinseca incoerenza logica. Di questo passo, più che alla liberalizzazione dell’accesso alla Professione medica, si dà l’impressione di mirare al controllo ex ante del suo esercizio!

Preoccupazione invece destano le prime uscite pubbliche del neo Ministro della Salute, nostro Collega medico. Senza entrarvi nel merito, il primo provvedimento, il reintegro dei sanitari no-vax, ha denotato l’impressione di una scarsa “dimestichezza”, perlomeno comunicativa, del prof. Schillaci con i complicati ingranaggi dell’Universo Sanità.

Sostenere che la riammissione in servizio fosse necessitata dalla carenza di operatori (i dipendenti meno di 500 su 4.000) e che il ricollocamento post-idoneità sia in capo alle Direzioni Mediche, e non, come da norma, ai Medici Competenti, non hanno suscitato entusiasmo. Ma anche a volerle derubricare ad incomprensioni, titubanze, sbavature da esordio Istituzionale è sul fronte economico, fiscale, previdenziale che l’orizzonte appare nebuloso, anzi cupo.

Sul fronte economico, la previsione di un drastico definanziamento del S.S.N. a livello pre Covid già certificato dalla Nadef per il 2025, si prospetta anticipato di 1, se non di 2 anni, in base alle credibili previsioni di primarie Agenzie di Rating, sul calo stimato di 1,4% del PIL 2023.

Ci sarebbe poca “stoffa” oltre al tardivo rinnovo del CCNL 2019–2021, per ulteriori riconoscimenti, con un delta inflattivo che erode di almeno 15/20 punti il potere di acquisto del salario nel triennio 2022-2024, ed il cui recupero appare oggi chimerico.

Tantomeno chiaro e sufficiente ristoro è il non meglio definito riconoscimento economico per la formazione specialistica, o forse anche per l’attività lavorativa in P.S. discipline a limitata possibilità di libera professione (ma non è già operante uno specifico fondo di perequazione contrattuale sul volume dell’A.L.P.I. aziendale?).

Sul fronte fiscale, si delinea una sorta di strabismo (o accanimento?) legiferativo. Da un lato le misure di sostegno (bonus 200 e 150 euro, bollette calmierate, ecc.) sono riservate alla fascia di disagio sociale, quantificato in un range tra 20.000 e 30.000 euro di reddito verificato o dichiarato, secondo un’irrisolta italica ipocrisia accertativa.

Dall’altro, elevazione tetto contante e flat tax, incrementale o meno, fino a 85/100.000 euro annui solo per autonomi e partite IVA, strizzano di fatto l’occhio ai ceti più abbienti, e a chi può eludere/evadere, in barba” ai forzati del 730”. Che nella P.A. potrebbero meglio definirsi “i reietti del 730”, posto che, a differenza dei dipendenti privati, sono loro pervicacemente negati i fringe benefit esentasse fino a 3.000 euro, i premi di risultato con aliquota agevolata al 10% sempre fino a 3.000 euro: quelle misure che il Presidente Meloni ha battezzato 13esima suppletiva, ma ha i connotati di un miraggio per gli “eroi”!

Ai quali dulcis in fundo, si prospetta in queste ore l’opportunità di restare in servizio, raggiunti i requisiti pensionistici, incrementandone la busta paga degli oneri previdenziali a loro carico (8,85%), ma senza conteggiare a livello pensionistico e di TFS/TFR gli anni privi di contribuzione: un vero affare, certo, solo per il Datore di lavoro Statale, però!

Se il buon giorno si vede dal mattino, i chiari di luna volgono ad azioni di protesta eclatanti e inedite.

Gli eroi si sentono declassati a figli di un Dio minore e la loro insofferenza non potrà essere spacciata per ostile pregiudizio ideologico/politico, o strumentale disturbo del manovratore.

Filippo Maria Larussa
Componente Esecutivo Nazionale Anaao Assomed

16 novembre 2022
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