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QS Edizioni - sabato 27 luglio 2024

Lettere al Direttore

Le cose da fare, sul serio, per la sanità

di Marcello Bozzi
30 settembre -

Gentile Direttore,

prendo spunto dal programma elettorale della coalizione di centrodx risultata vincitrice alle elezioni del 25 settembre, con particolare riferimento alle argomentazioni “core”  di seguito riportate, raggruppate in tre macro-argomenti per alcune riflessioni:

  1. Sviluppo della sanità di prossimità e della medicina territoriale, rafforzamento della medicina predittiva e incremento dell'organico di medici e operatori sanitari
  2. Riorganizzare la sanità territoriale come previsto dal PNRR e rivedere il DM 70 e integrarlo con il DM 77 e potenziamento degli ospedali pubblici
  3. Riordino delle scuole di specializzazione dell'area medica

Per la parte territoriale – è necessario pensare ai nuovi bisogni della popolazione e alle diverse condizioni socio-economiche. Parliamo di persone sole … con probabili problemi sociali e sanitari non di poco conto.  Inoltre è importante tenere conto della decrescita della popolazione stimata in 58 mln nel 2030 e a 54,1 mln nel 2050, con un rapporto giovani anziani di 1:3 nel 2050, con 10,3 mln di persone destinate a vivere sole nel 2040 (8,6 mln nel 2020.

Il PNRR – Missione 6 – a parte le rivendicazioni di tanti (che hanno ruoli e responsabilità diverse) ha uno sviluppo documentale in grado di rispondere ai nuovi bisogni assistenziali e di “presa in carico” delle persone.  Va reso operativo, con il pesante coinvolgimento di tutti i livelli dell’articolazione organizzativa infermieristica.

Un’attenzione particolare dovrà essere posta alla residenzialità, in troppi casi con condizioni strutturali ed organizzative lontane dagli standard di riferimento e di difficile sostenibilità economica. 

Per la parte ospedaliera -  stante il DM 70, prima di pensare “al nuovo” è necessario avere una chiara fotografia della situazione in essere e gli scostamenti (pesanti) rispetto alla norma. L’impegno dichiarato “riorganizzazione della sanità ospedaliera” è riduttivo e non esplicativo!  La politica deve avere consapevolezza che le evoluzioni scientifiche, metodologiche e tecnologiche (es. robotica, chirurgia e radiologia interventistica, DH, DS, etc.) obbligano lo sviluppo di nuovi modelli e nuovi sistemi di diagnosi, cura e assistenza, di nuovi e diversi spazi di degenza e di servizi, di un sistema “a rete”, tenuto conto sia dell’alta onerosità e della veloce obsolescenza delle tecnologie, sia della casistica interventistica (che si traduce anche nella necessità in una attenta e razionale distribuzione territoriale), a tutela e garanzia degli utenti, dei professionisti e delle stesse aziende.

Relativamente all’incremento di medici e al riordino delle Scuole di Specializzazione di Area Medica, è importante  determinare – a monte -  le necessità   di professionisti  (tipologia e numerosità) per il funzionamento del sistema.

I dati OCSE – per il nostro Paese -  evidenziano una numerosità di medici pari a 4‰ abitanti (la media OCSE è pari a 3,5‰ abitanti). Di fatto si sente sempre molto forte la voce “carenze” ma quasi mai la voce “riorganizziazioni”!

Relativamente al n. degli infermieri non è tanto un problema di aumento dei posti a bando nei Corsi di Laurea, quanto uno scarso “appeal” della professione. La politica deve prendere atto che gli infermieri non ci sono, che stiamo assumendo da altri Paesi (Asia, America del Sud, Est-Europa), che gli infermieri italiani andati all’estero difficilmente rientreranno, … e che è ora di affrontare la questione molto seriamente, in particolare:

  • Stipendi in linea con gli altri Paesi Europei (i nostri circa 27.000€/anno sono lontanissimi dai 32.000€ della Francia, dai 34.000€ della Spagna e dai 45.000€ della Germania);
  • Adeguamenti delle componenti accessorie (indennità di reperibilità L. 40.000 nel 1990 ed €21,60 nel 2022, remunerazione oraria notturna L. 4.500/ora nel 1990 e 4€/ora nel 2022, lavoro in giornata festiva L. 30.000 nel 1990 e 20.40€ nel 2022 … e questo dovrebbe fare riflettere le OO.SS. dell’area del comparto!);
  • Riconoscimento pieno della disciplina e delle attività “core”, con la definizione di standard di riferimento e il contestuale ripensamento di staffing e skill-mix (a livello ospedaliero, ambulatoriale e territoriale), tenuto conto dei diversi curricola formativi e dei diversi livelli di conoscenze e competenze;
  • Valorizzazione degli Operatori di Supporto (OSS), ripensando il percorso formativo e il profilo professionale di questa figura professionale. Non si tratta di “investire” sugli OSS perché mancano gli infermieri ma di valorizzare una figura professionale che può dare un grosso contributo alla risposta ai bisogni di salute delle persone, (infermiere responsabile del Progetto e OSS responsabile dei percorsi e dei processi), con una articolazione del personale di assistenza su più livelli, in linea con quanto avviene in altri Paesi;
  • Valorizzazione nei percorsi di carriera con contestuali riorganizzazioni e nuove definizioni di status, ruolo e responsabilità, nel rispetto delle normative e dei CCNL vigenti (comparto e dirigenza). Inutile attivare Corsi di Laurea di I e II livello, Master e Dottorati, ad invarianza delle organizzazioni e dei riconoscimenti di status e ruolo.  Non basta la volontà e la lungimiranza di qualche Direttore Generale; serve, nelle more della modifica della 502/92 e s.m.i, un preciso indirizzo governativo per la definizione delle posizioni apicali da ricoprire con la Dirigenza delle Professioni  Infermieristiche e Sanitarie e le posizioni nelle singole articolazioni organizzative, nel rispetto del vigente CCNL Area Dirigenza Professioni Sanitarie. Non è né una questione di “lobby professionale” né una ricerca di posti da ricoprire … ma molto più semplicemente il riconoscimento di una caratterizzazione e di una specificità disciplinare, non mutuabile da altri!

Coloro che sono stati chiamati a governare hanno il grande compito e la grande responsabilità di affrontare questioni importantissime rimaste irrisolte per troppo tempo.  Servirà un grosso impegno per un progetto di riorganizzazione (mettere “pezze” non servirebbe a niente), per la gente e per il Paese, e avere tanta forza e tanto coraggio … almeno per cominciare!

Marcello Bozzi
Segretario ANDPROSAN – Associata COSMED

 

30 settembre 2022
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