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QS Edizioni - venerdì 22 novembre 2024

Lettere al Direttore

Per gestire la sanità serve “gente del mestiere”

di Pietro Cavalli
16 settembre -

Gentile Direttore,
è già stato ripetuto sino alla noia che, secondo i dati degli Organismi Internazionali (OCSE, Eurostat, OMS), in Italia non mancano né medici, né specialisti e che anzi il loro numero è assai più elevato rispetto alla maggior parte dei Paesi occidentali, sia in numero assoluto che in rapporto alla popolazione.

Anche la Corte di Conti, il sindacato ANAAO, lo stesso Ordine dei Medici, la CNAI sostengono che i medici in Italia ci sono e che la bizzarra ipotesi di de-regolare gli accessi alle Facoltà di Medicina e Chirurgia, proposta da personaggi “autorevoli” ma forse distratti dalla campagna elettorale in corso, potrebbe portare a gravi ed ulteriori problemi per l’organizzazione sanitaria nel suo complesso. Non vorremmo ritrovarci ad inventarci ulteriori patologie/disturbi/necessità per giustificare una inutile abbondanza di professionisti, analogamente a quanto si è verificato recentemente da parte di politici che supportano praticanti di discipline aliene da ogni verifica di efficacia.

Ma questo è solo un esempio di un problema assai più ampio, quello che determina il fatto che oggi stiamo assistendo alla resa dei conti di una gestione disastrosa della Sanità Pubblica.

Se è vero, come diceva il vecchio Presidente Mao tse Tung che “tanta è la confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente”, allora possiamo testimoniare di vivere un momento davvero magico e fantastico. Pronto Soccorso al macero,  fuga in massa dei medici dagli Ospedali, case di Comunità e Ospedali di Comunità senza personale , senza obiettivi e senza coordinamento, giovani che fuggono all’estero, carenza di infermieri, una Sanità Pubblica basata sull’edilizia e sulle bizzarrie dell’ultimo arrivato nelle stanze dei Palazzi Regionali, personale sanitario senza protezione legale né fisica, stipendi da ridere, nessun coinvolgimento organizzativo e gestionale, autoreferenzialità delle Direzioni Generali e loro massimo impegno a compiacere l’Assessore di turno…cosa manca per definire il Caos? Ah, forse le liste di attesa.

I medici quindi, come dimostrano i dati, ci sono e tuttavia sembra che nessuno si accorga che il problema è un altro:  fuggire dalla sanità pubblica è diventato il mantra di molti colleghi, da quelli più giovani che proprio non ne vogliono sapere di ficcarsi nei guai per un tozzo di pane, a quelli più anziani che invece non ce la fanno a districarsi tra turni impossibili, colleghi che smontano dal turno per non tornare mai più, carichi burocratici inimmaginabili dalla gente perbene ma soprattutto una vita professionale priva di soddisfazioni e senza alcuna gratificazione, neppure formale.

A fronte di tale situazione (che certamente non riguarda esclusivamente la condizione dei medici) le dichiarazioni di alcuni politici  (Bellucci, QS 13 settembre 2022; Zampa, 12 settembre 2022) sottolineano l’unica, vera, concreta ed importante realizzazione della politica degli ultimi anni nell’ambito della Sanità pubblica: l’istituzione del bonus psicologo.

Su tutto il resto chiacchere e proposte discutibili. Magari si tratta di una scelta strategica che intende, a quel che è dato di comprendere, affrontare le sofferenze indotte dalla recente pandemia (che spesso passano benissimo anche da sole) e che però non sembra accorgersi dei problemi reali di una sanità pubblica, ormai l’immagine di una nave alla deriva.

Oggi stanno venendo al pettine tutti i nodi di una sanità Pubblica che ha scelto di emarginare il personale sanitario e favorire la gestione del  Potere con poca intelligenza e ancor minore visione; di scelte consapevoli che oggettivamente favoriscono il Privato; del prevalere delle tematiche economiciste ed amministrative su quelle sanitarie.

Non si può allora non concordare con l’analisi lucida di Cavicchi sulla situazione della sanità pubblica (QS del 15 settembre 2022) e tuttavia, in un discorso meno analitico e più antropologico giova forse ricordare che le scelte, anche quelle sanitarie, non cadono dal Cielo, ma sono il prodotto della mente umana.

Spiace ricorrere ad esempi letterari, ma forse Sciascia non aveva tutti i torti quando scriveva: “quella che diciamo l'umanità…la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz'uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà. Pochissimi gli uomini; i mezz'uomini pochi, ché mi contenterei l'umanità si fermasse ai mezz'uomini. E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi….”. 

Certamente la gestione della Sanità pubblica può testimoniare anche la presenza di qualche malfattore ma forse uno dei suoi  grandi problemi risiede, oltre che nel disegno preciso di de-potenziare la Sanità pubblica, anche nella qualità delle risorse umane deputate alla sua gestione. Forse è venuto il momento di passare dalle analisi ai fatti e che qualcun altro, magari gente del mestiere, prenda l’iniziativa. 

Pietro Cavalli
Medico

 

16 settembre 2022
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