Lettere al Direttore
Lo Psicologo di base per costruire salute
di David LazzariGentile direttore,
la prospettiva della salute si è ampliata in questi ultimi decenni. In passato l’idea della tutela della salute era legata sostanzialmente alla cura farmacologica della malattia fisica e delle malattie mentali gravi. Oggi noi sappiamo che la salute e la malattia dipendono da molti fattori dove la dimensione psicologica, che guida il modo soggettivo con cui ognuno affronta il mondo e la vita, ha un ruolo centrale. Non stupisce quindi che la ricerca abbia sempre più messo in luce il ruolo dei fattori psichici, attraverso la biologia, i comportamenti, le relazioni, nell’aumentare la quota di salute o nel comprometterla.
Questo spiega la sempre maggiore attenzione al concetto di “persona”, intesa come integrazione e interdipendenza di organismo biologico e psiche, nel campo della salute. E i dati di economia sanitaria su quanto fanno risparmiare gli interventi psicologici, oltre a ripagarti da soli, confermano la valenza di interventi in grado di agire su questi aspetti.
Queste evidenze hanno contribuito ad un percorso normativo molto significativo a partire dai LEA e dal Piano nazionale delle malattie croniche del 2017 che hanno dato un nuovo risalto al ruolo della professione psicologica nei contesti sanitari, sancita dalla legge 3/2018. Ovviamente in questo scenario, amplificato dalla pandemia, che ha aumentato il peso dei problemi psicologici ma anche la consapevolezza delle persone sull’importanza di questi aspetti, emerge la rilevanza dell’assistenza primaria, primo presidio di ascolto e intervento. Da tempo la ricerca aveva evidenziato il ruolo dei fattori psicologici nella domanda che arriva ai medici di famiglia ed ai pediatri di libera scelta: non a caso una recente indagine Agenas ha mostrato che in tutta Europa la Psicologia è stata inserita a questo livello.
In Italia il Parlamento ha sancito la possibilità della presenza dello psicologo a fianco del medico di famiglia nel cd Decreto Calabria (n.35/2019) che ha cambiato l’art.8 del D.Lgs.502/92 e, più recentemente, il DM 77/2022 sullo sviluppo dell’assistenza territoriale prevede gli “psicologi delle cure primarie” tra il personale dell’assistenza territoriale.
Sulla spinta dei bisogni le Regioni stanno definendo normative per attivare servizi di psicologia di base o di assistenza primaria. Esemplare la vicenda della Campania, che vara una legge nel 2020 sulla base del progetto definito a livello nazionale nel 2018 dal tavolo tecnico CNOP con i medici di famiglia. Una legge che ha superato il vaglio della Corte Costituzionale anche grazie alla normativa nazionale già citata e alla legge 176/2020 che prevede l’ottimizzazione organizzativa degli Psicologi nelle aziende sanitarie (art.20 bis).
Oggi la legge della Campania è nella fase applicativa e diverse altre Regioni stanno definendo o varando una loro normativa sulla psicologia nelle cure primarie. Una ottima notizia che però rende urgente il varo di una norma quadro nazionale per evitare il rischio di tanti modelli diversi e un trattamento diverso dei cittadini. C’è un’ottima proposta di legge, prima firmataria la sen. Paola Boldrini, da oltre due anni in Parlamento in attesa di essere approvata. Chiediamo alla politica di fare la sua parte e di dimostrare che sa interpretare i bisogni dei cittadini che chiedono a gran voce lo psicologo di base (l’85% degli italiani nelle nostre indagini). Esistono già norme che lo prevedono, sperimentazioni documentate, esempi di quasi tutti i Paesi europei, studi economici, bisogni evidenti, una richiesta crescente: su quali basi vuole decidere la politica?
David Lazzari
Presidente Cnop