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QS Edizioni - giovedì 18 luglio 2024

Lettere al Direttore

La professione ostetrica è di serie B?

di Elisa Piccolo
17 giugno -

Gentile direttore,
il 16 giugno, dopo una lunga seduta di contrattazione, si è arrivati alla firma da parte di Aran e dei sindacati dell’ipotesi di contratto 2019-2021 per il comparto della sanità. Un contratto che riconosce un incremento dei compensi per tutte le categorie e l’inserimento di nuove indennità specifiche, ed è qui che nasce la discriminazione. Ad un doveroso riconoscimento dell’operato degli infermieri (e degli appartenenti alla FNOPI) corrisponde un non riconoscimento delle competenze e delle responsabilità degli altri professionisti della salute.

Si viene a creare una disuguaglianza non solo sotto il profilo economico ma sociale. Il rischio di questo mancato riconoscimento della peculiarità degli “altri” è che si accentuino delle “lotte di classe” tra i professionisti con la conseguenza di una riduzione della collaborazione interprofessionale e interdisciplinare nonché una demotivazione al lavoro. Ogni professionista della salute ha il diritto di vedere riconosciute le proprie peculiarità, è necessario trovare un meccanismo di indennità basato su dati oggettivi che premi il “cosa si fa” e non il “chi si è”.

Da ostetrica mi chiedo quali siano le differenze tra noi e gli infermieri, cosa abbia portato alla creazione di un’indennità specifica per loro e non per noi? Il nostro valore, quello delle ostetriche, è inferiore rispetto a quello degli infermieri o delle puericultrici (per restare nell’ambito materno-infantile)? Ricordo che ostetriche e infermieri condividono parte del corso di laurea triennale e una laurea magistrale che è appunto in scienze infermieristiche ed ostetriche. Prestiamo assistenza nelle UO di Ostetricia e Ginecologia somministrando terapie, rilevando parametri vitali e criticità, progettando ed attuando interventi educativo-assistenziali esattamente come gli infermieri. Lavoriamo nel pronto soccorso gestendo le situazioni di emergenza e praticando il triage esattamente come loro. Svolgiamo attività di sala operatoria come gli infermieri.

Assistiamo in piena autonomia e sotto la nostra esclusiva responsabilità le gravidanze, i travagli e i parti nonché i neonati a basso rischio. Siamo corresponsabili con il medico dell’assistenza ai travagli ad alto rischio ostetrico. Siamo pronte a rianimare un neonato che non riesce ad adattarsi alla vita extrauterina e gestiamo le emergenze ostetriche salvando la vita delle donne. Siamo esperte di allattamento al seno, di disfunzioni del pavimento pelvico ecc. I livelli di conoscenza e di responsabilità possono considerarsi gli stessi degli infermieri, cambiano le aree di competenza.

Questo mancato riconoscimento non è solo un’occasione persa per riconoscere il valore e la peculiarità delle ostetriche ma è l’ennesimo insulto alle donne, ai neonati e alle famiglie.

Elisa Piccolo
Ostetrica ospedaliera
Dipartimento Materno-Infantile
AUSL Piacenza
Laureata magistrale

17 giugno 2022
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