Lettere al Direttore
La medicina delle “supplenze”
di Pietro CavalliGentile Direttore,
non possiamo che concordare con le recenti proposte dell’Assessora alla Sanità (Welfare) di Regione Lombardia che, a fronte della carenza di medici, ne trasferisce le competenze agli infermieri e, a fronte dalla carenza di medici e infermieri, ne trasferisce le competenze alle farmacie. Nella sfortunata ipotesi che debbano venire a mancare le farmacie, potremo sempre contare sulle parafarmacie, mentre i veterinari, colpevolmente, non sembrano mostrare alcun interesse per la sanità pubblica e quindi se ne tengono alla larga.
E poi, in caso di necessità, c’è sempre l’Intelligenza Artificiale (IA) che, con la telemedicina, renderà del tutto superfluo l’intervento di un laureato in Medicina e Chirurgia, anche se nessuno ha ancora capito in che modo.
In quest’ottica illuminata e votata al progresso, probabilmente a nulla serve ricordare la storia di una Medicina che, nonostante tutto, è riuscita a sopravvivere dal Neolitico ad oggi con un certo successo. Certo non si era mai visto, da Ippocrate sino ad Avicenna e neppure da Morgagni sino a Laennec e poi ai giorni nostri, un tale livello di creatività nell’organizzazione sanitaria regionale ma, d’altra parte, la Sanità in Lombardia è per definizione “eccellente” ed è quindi il modello al quale potranno ispirarsi tutte e quante le altre Sanità regionali, tranne le solite quattro o cinque che, in maniera del tutto incomprensibile, riescono ad ottenere risultati migliori pur senza finanziare la sanità privata.
Nella visione della Sanità promossa e proposta dai vertici di Regione Lombardia è evidente che andrebbe però anche rivista la terminologia utilizzata sino a questo momento ed il termine “Medicina delle Eccellenze” potrebbe venire sostituito con “Medicina delle Supplenze”. In quest’ottica si attendono prossime iniziative, magari il coinvolgimento dei norcini per gli interventi di chirurgia addominale e di cataratta, dei barbieri per l’odontostomatologia in ambito pubblico o ancora degli studenti di tecnologie biomediche per l’anestesia e le vaccinazioni.
Senza dimenticare i professionisti del salvamento in mare (i cari, vecchi bagnini) a cui delegare la rianimazione ospedaliera oppure l’impiego dei gli Operatori Socio Sanitari a cui delegare le incombenze infermieristiche lasciate vacanti per “competenze avanzate”. Si tratta di professionisti certamente all’altezza delle necessità che una Regione di riferimento in campo sanitario definisce in termini di eccellenza.
Del resto, a fronte del coinvolgimento di queste nobilissime professioni, risulta del tutto incomprensibile la protesta degli Ordini del Medici della Regione: in fondo si raccoglie quello che si è seminato e la politica del task shifting sta insegnando molto al mondo medico: quando l’anamnesi viene delegata agli infermieri, quando la comunicazione della diagnosi viene delegata agli psicologi, quando la consulenza genetica viene delegata ai biologi, quando si concorda con la chiusura degli ospedali per farne poliambulatori, quando i MMG vengono definiti fannulloni senza alcuna reazione da parte loro, allora è giusto che la Medicina venga fatta dagli Infermieri e, in loro assenza, dai Farmacisti e magari dall’Intelligenza Artificiale e dalla telemedicina oppure da tutta una popolazione di volonterosi che ha acquisito su Internet tutte le competenze necessarie allo svolgimento della normale pratica medica.
Aspettiamo soltanto di vedere a chi si rivolgeranno per un (non augurabile ma purtoppo sempre possibile) problema di salute il regista e i suoi collaboratori di questa operazione di “supplenza”.
Ci si attende che in caso di necessità si appoggino ad un eccellente servizio infermieristico o farmaceutico, evitando, per coerenza, di rivolgersi ai massimi esperti del settore di pertinenza dotati di laurea in Medicina e Chirurgia. Altrimenti si finirebbe, ancora una volta, per dare ragione al George Orwell della Fattoria degli Animali: tutti gli animali (pardon, i pazienti) sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri.
Pietro Cavalli
Medico