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QS Edizioni - venerdì 22 novembre 2024

Lavoro e Professioni

Professioni sanitarie. Infermieri generici, psichiatrici e puericultrici chiedono un tavolo al ministero

immagine 9 luglio - Il Migep sottolinea come questi profili professionali siano stati finora trascurati dal tavolo Ministero-Regioni che sta aggiornando i ruoli e le competenze delle diverse professioni sanitarie, a partire dagli infermieri. “Riprendere il percorso avviato dal precedente ministro Fazio”.
Una lettera al ministro della Salute, Renato Balduzzi, e al direttore generale delle professioni sanitarie, Giovanni Leonardi, per chiedere l’apertura di un tavolo di lavoro per gli infermieri generici, gli infermieri psichiatrici e le puericultrici. Ad inviarla il Migep, il coordinamento delle associazioni di infermieri generici e psichiatrici, delle puericultrici e altre professioni tecniche, ricordando al ministro che “dopo aver definito i nuovi compiti degli infermieri, a tutt’oggi vi sono degli spazi occupati da altre figure ancora presenti che operano nel Snn. Si tratta più precisamente degli infermieri generici, degli infermieri psichiatrici e delle puericultrici. Appare pertanto necessario provvedere alla costituzione di un gruppo di lavoro che analizzi anche queste figure, delineando nuove modalità operative ed organizzative”.

Ecco come prosegue la lettera inviata dal Migep al ministro della Salute.

“Ad oggi, il tavolo ha già prodotto una copiosa documentazione per l’adeguamento delle competenze della professione infermieristica e per l’introduzione delle specializzazioni previste dall’art. 6 della legge 43/06. Siamo consapevoli che successivamente sarà affrontato anche il tema relativo ad altri profili professionali, ma non, purtroppo, quello degli infermieri generici, infermieri psichiatrici e puericultrici. Di qui l’opportunità di riprendere il percorso avviato dal precedente Ministro (Ferruccio Fazio), che aveva decretato l’apertura di un tavolo di lavoro per queste figure.

Senza alcun dubbio infatti l’infermiere generico, l’infermiere psichiatrico e la puericultrice sono figure sanitarie che ancor oggi operano ed incidono in modo significativo sulla professione assistenziale e sull’organizzazione sanitaria. Pertanto, sarebbe più che opportuno che anche tale figure siano soggette ad un percorso di riqualificazione ed innovazione. Si ricorda infatti che il Prof. Fazio ha precisato e sottolineato che i processi di riqualificazione fanno parte del patrimonio culturale e di evoluzione della Sanità Italiana. Per questo motivo bisogna stabilire standard di formazione, prevedendo percorsi che risanino la situazione di tutti gli operatori della sanità, alfine di una equiparazione con gli altri stati Europei.

Tali principi vengono così interpretati dal Ministero:

Si sta assistendo a una significativa evoluzione delle componenti organizzativo-assistenziali» del sistema sanitario, da cui la necessità di «ridefinire gli ambiti di cura e di assistenza» in base a «modalità multiprofessionali» e interdisciplinari, in uno scenario che impone «l'acquisizione di saperi elevati per ciascuna professione dell'equipe e competenze agite in una logica di integrazione, collaborazione e cooperazione tra professionisti».

Sulla base di quanto sopra riteniamo che sia necessario:

a)    rendere giustizia a chi da anni compie un lavoro professionale, senza avere il giusto riconoscimento; nella fattispecie gran parte degli operatori sanitari apicali, i sindacati confederali e no, sono consapevoli che infermieri generici, inf. psichiatrici e puericultrici svolgono un ruolo concretamente equiparabile a quello degli infermieri;
b)    riconoscere che per ragioni oggettive sia allo stato attuale, ma anche nei prossimi 10 anni, che non è e non sarà possibile coprire tutti i posti con la figura dell’infermiere; si consideri che gli ultimi dati statistici confermano che il numero degli infermieri laureati, pur in aumento, non potrà sopperire all’effetto turn over, dovuto al pensionamento degli infermieri generici / inf psichiatrici e puericultrici;
c)    prendere in esame il pericolo che altre figure, in particolare ci si riferisce agli operatorio socio sanitari, siano impropriamente utilizzate nello svolgimento delle mansioni proprie degli infermieri generici e puericultrici.

Ricordiamo inoltre che il Ministero del Lavoro e della Salute aveva già evidenziato la necessità di non disperdere il patrimonio professionale di detti operatori, evitando casi di dimensionamento o di allontanamento dei compiti assistenziali di loro competenza

Nondimeno, il 29 ottobre 2009 è stato firmato un verbale tra Ministero della Salute e sindacati nel quale viene ribadita come l’equivalenza per queste figure non possa essere lo strumento per la soluzione. Nel contempo è stato deciso di dare una tempestiva risposta di valorizzazione a queste figure che comunque continuano a svolgere attività di assistenza diretta alla persona ammalata.

Giunti a questo punto, è opportuno chiedersi come, in caso di mancata attuazione dell’equivalenza, si possa tutelare il patrimonio professionale di questi operatori, considerato che le aziende sanitarie, ignorando le indicazioni ministeriali e contrattuali, in casi estremi provvedendo al licenziamento degli infermieri generici  e delle puericultrici e in alcuni casi vengono illegittimamente considerati come operatori socio sanitari.

Ci sembra che l’unico percorso sia quello di un intervento legislativo che preveda una riqualificazione di tale personale, anche attraverso corsi “passerella”, valutando eventuali interesse/o norme di riconoscimento dei titoli in corso di definizione a livello nazionale per poi collocare ogni figura nel sistema organizzativo, individuando nuove competenze e azioni.

Non bisogna dimenticare la storia di queste figure che ancor oggi svolgono, in alcune strutture, la funzione assistenziale in assenza dell’infermiere. Andranno quindi rinnovati anche i rapporti tra le diverse professionalità sanitarie e socio-sanitarie e l’organizzazione dei processi produttivi favorendo meccanismi di valorizzazione professionale capacità di riconoscere il valore e il contributo posto da ogni singolo professionista nel processo assistenziale.

Vi chiediamo pertanto di prendere in considerazione anche queste nostre ulteriori proposte.

Per quanto sopra si sollecita cortesemente di terminare le operazioni propedeutiche indispensabili per l’apertura del tavolo di confronto, nonché la convocazione dalle SS.LL.

In attesa di un cortese riscontro, si inviano distinti saluti”.

Angelo Minghetti
Segretario Migep

 
9 luglio 2012
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