FederSpecializzandi e SIGM apprendono “molto favorevolmente l’aumento importante del numero di contratti di formazione specialistica: 17.400 nuovi posti che, con il
Decreto firmato pochi giorni fa, il Ministro Speranza insieme alla Ministra Messa hanno messo in campo e che permetteranno l’accesso alle Scuole di Specializzazione alla quasi totalità dei 22.622 giovani medici che affronteranno il Concorso Nazionale fra pochi giorni”.
“Questo – scrivono le due associazioni - è indubbiamente un risultato storico: il numero di contratti previsti è il doppio rispetto a quello di due anni fa. Siamo assolutamente soddisfatti che sia stata finalmente posta la dovuta attenzione al tema: abbiamo sempre chiesto di abolire l’imbuto formativo e questa è la strada da seguire. Investire sui giovani medici, che devono avere la possibilità di proseguire nel loro percorso formativo, è la priorità per guardare al futuro del SSN”.
“É doveroso – proseguono - comunque sottolineare, che questo consistente aumento dei contratti si deve accompagnare ad una reale programmazione dei professionisti di cui il nostro Servizio Sanitario Nazionale necessiterà da qui a dieci anni; non possiamo lasciarci guidare dalle emergenze o da soluzioni temporanee a problemi cronici. Inoltre, rileviamo come sia necessario un profondo cambiamento di paradigma nella formazione, che comprenda una revisione del contratto, dei curricula, ed un ampliamento reale delle Reti Formative; siamo ancora in attesa dei Decreti di Accreditamento delle Scuole di Specializzazione e della ripartizione dei contratti di formazione specialistica per quest’anno, ma il rischio di una perdita formativa rilevante, causata da un possibile sovraffollamento dei reparti e degli ambulatori, visto il numero ingente di Medici Specializzandi che cominceranno a breve il loro percorso, é reale e concreto se non corriamo ai ripari con soluzioni ragionate e serie”.
“Quando – rimarcano - si considerano dunque i luoghi della formazione, le reti formative, la spinta deve essere verso un allargamento delle stesse, con il territorio che diventa centrale e si integra alla formazione negli Ospedali, non dimenticando la necessità di una valutazione continua delle strutture che compongono le reti formative e della verifica del raggiungimento degli standard previsti. Senza programmazione e senza valutazione continuativa delle Scuole di Specializzazione, la qualità formativa non potrà essere raggiunta”.
“Nel ribadire – concludono - dunque la nostra soddisfazione per lo sforzo e l’impegno notevole dimostrato dai Ministeri della Salute e dell’Università, cogliamo l’occasione per sottolineare con forza ancora una volta come la qualità della formazione dei futuri specialisti sia fondamentale almeno quanto la numerosità degli stessi e che non si possa più rimandare il problema al futuro”.