Lo Snami commenta la "certificazione verde", una sorta di pass per potersi spostare tra regioni di colore diverso, che avrà una durata di sei mesi per i vaccinati e i guariti e di 48 ore per chi si sottoporrà a test antigenico o molecolare con esito negativo. Per le persone guarite, il certificato sarà rilasciato dalla struttura presso la quale è avvenuto il ricovero del paziente o, per i non ricoverati, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta.
“Il tutto comporterà una serie di richieste nei nostri confronti - dice
Angelo Testa, presidente nazionale Snami - con ulteriore aggravio burocratico, seppur in regime libero professionale, alla nostra giornata lavorativa in impegno cresciuto all’ennesima potenza”.
“Al di la del caso specifico - commenta
Roberto Carlo Rossi, presidente regionale Snami Lombardia e Presidente dell’Ordine dei Medici di Milano - qualcuno probabilmente pensa che il medico di medicina generale abbia poco da lavorare per cui possa farsi carico di qualsiasi ulteriore incombenza. In realtà siamo in prima linea nella battaglia contro la pandemia da Covid-19 per cui siamo sono stati i primi a pagare un prezzo altissimo in termini di vite umane. In questo contesto, i medici di famiglia sono diventati quasi sempre l’unico punto di riferimento sanitario e assistenziale per centinaia di migliaia di pazienti. In una giornata lavorativa si è aggiunto un tempo infinito per rispondere a mail, messaggi , telefonate e cercare di fronteggiare le carenze evidenti del sistema al fine di non lasciare sole le persone colpite da CoViD19 e tutti gli altri fragili”.
“Un miglioramento dell’informatizzazione e la telemedicina potrebbero aiutare parecchio - conclude Angelo Testa - e molti adempimenti dei medici di famiglia sono burocratici e possono essere fatti tranquillamente a distanza. Soprattutto basta con ulteriori incombenze che rubano tempo alla clinica”.