“In piena terza ondata, la notizia di un premio Nobel a infermieri e medici italiani non può che renderci entusiasti ed orgogliosi. Lo diciamo da sempre, e ancor più in questa emergenza pandemica: le risorse umane, i professionisti, sono il perno del Ssn. Ora a sancirlo sia un rinnovo contrattuale degno, soprattutto per gli infermieri”.
Così
Giuseppe Carbone, segretario generale Fials, commenta la
candidatura dei sanitari italiani al premio Nobel per la pace 2021.
A proporlo la Fondazione Gorbachev Italia di Piacenza, assieme al presidente dell’International Peace Bureau Lisa Clark, statunitense che vive in Toscana e ha prestato attività di volontariato durante l’epidemia. “L’italia è stato il secondo Paese nel mondo - prosegue Carbone - e il primo in occidente ad essere letteralmente sbaragliato dall’emergenza pandemica. Non dimentichiamo che a marzo di un anno fa i lavoratori non avevano neppure i Dpi a disposizione, mancavano i posti letto e vi era già una grave carenza di personale, frutto di tagli decennali alla sanità”.
“Siamo lieti - spiega il segretario generale Fials - che la candidatura arrivi in un momento in cui sembra che molti abbiano dimenticato il prezzo pagato da questi professionisti. Troviamo fuori luogo e mortificante leggere o sentire alcuni commenti contro questi lavoratori, un tempo eroi, oggi gli untori, colpevoli per alcuni del protrarsi delle misure di lockdown”.
“Auspichiamo - conclude Carbone - che questa candidatura al premio Nobel possa essere da stimolo a smuovere la coscienza dei nostri politici affinché, con un rinnovo contrattuale dignitoso, sappiano valorizzare e riconoscere i meriti di infermieri e medici, e di tutti gli altri lavoratori della sanità, ognuno secondo le proprie specificità”.