Dal “bonus baby-sitter” sono rimasti fuori “gran parte dei professionisti sanitari, degli operatori socio sanitari e tecnici”. La denuncia viene da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl a nome dei segretari generali, rispettivamente Serena Sorrentino per la Fp Cgil, Maurizio Petriccioli per la Cisl Fp e Michelangelo Librandi per la Uil Fpl.
I tre sindacalisti hanno scritto al Ministro della Salute
Roberto Speranza, al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
Andrea Orlando, alla professoressa
Elena Bonetti Ministra per le Pari Opportunità e a
Stefano Bonaccini, Presidente della Conferenza delle Regioni. “In relazione al recente D. L. 13 marzo 2021, n. 30, ‘Misure urgenti per fronteggiare la diffusione del COVID-19 e interventi di sostegno per lavoratori con figli minori in didattica a distanza o in quarantena’ abbiamo rilevato all’art. 2, che ha reiterato la misura del bonus baby-sitting a favore di alcune categorie di lavoratori particolarmente impegnati nell’opera di contrasto della pandemia, l’assenza ingiustificata di una parte importante delle categorie di professionisti delle attività sanitarie, socio sanitarie e socio assistenziali che rappresentiamo”, scrivono nella lettera.
Professioni, operatori e tecnici che “pure dovranno continuare ad assicurare, con dedizione e spirito di sacrificio, i loro servizi negli ospedali e nelle strutture sanitarie, socio sanitarie territoriali”, proseguono i tre sindacalisti.
“Riteniamo grave – scrivono ancora da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl - questa assenza perché non assicura a questi lavoratori la possibilità di conciliare la necessaria presenza in servizio con l’obbligo di sorveglianza dei propri figli impegnati con la didattica a distanza o coinvolti da casi certificati di quarantena. Per questi motivi – concludono Sorrentino, Petriccioli e Librandi - chiediamo al Governo di intervenire urgentemente affinché il beneficio sia esteso a tutte le categorie di personale di cui sopra impegnate nel contrasto alla pandemia”.
Lorenzo Proia