“Sui vaccini una burocrazia imperante sta distogliendo i medici, ospedalieri e di famiglia, da quelli che dovrebbero essere i loro veri compiti, curare e per l'appunto vaccinare”. A denunciare il peso dei tanti adempimenti amministrativi che distraggono i medici dalle loro attività assistenziali è
Dario Manfellotto, Presidente di Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri, che hanno in carico il 70% dei pazienti Covid, hanno aderito al 100% alla vaccinazione e sono in prima fila nella campagna vaccinale.
Il presidente Draghi proprio ieri ha detto di privilegiare le persone più fragili e le categorie a rischio. “Però la selezione delle persone estremamente vulnerabili, che giustamente insieme agli ultraottantenni devono avere accesso privilegiato all’immunizzazione - spiega Manfellotto - viene richiesta da Regioni e ASL imponendo una procedura burocratica eccessiva con la richiesta di dati anagrafici, codice fiscale, codici di esenzione e altre informazioni che dovrebbero essere invece già a portata di click delle Aziende sanitarie, se non fosse che solo un quarto dei fascicoli sanitari elettronici sono stati implementati con le informazioni sanitarie complete su ciascun assistito. Purtroppo questi dettagli prevalgono sulla valutazione clinica dei medici”.
“L’impressione - prosegue il Presidente Fadoi - è che tutta questa burocrazia serva a mascherare il problema irrisolto della carenza dei vaccini e i criteri poco uniformi con i quali vengono distribuiti e somministrati e a guadagnare tempo nell’attesa delle forniture di vaccini. È chiaro che bisogna dare delle priorità ma bisogna indicare veri e propri criteri clinici condivisi e di facile applicazione”.
“Mi chiedo infatti - conclude Manfellotto- che senso abbia ad esempio aprire le prenotazioni per immunizzare gli over 70 quando fino ad oggi è stato vaccinato appena il 23% degli ultraottantenni. Il Ministero della salute ha stilato una lista delle priorità in base al livello di esposizione al rischio, si segua quella senza creare ulteriore confusione e perdite di tempo. Abbiamo sempre affermato la necessità di un coordinamento unico per affrontare l’emergenza COVID. La nostra piena disponibilità al lavoro del generale Figliuolo, nella speranza che semplifichi i percorsi e agevoli il lavoro di noi medici. Oggi è di nuovo il momento del “whatever it takes”, non lasciamo prevalere il “whatever it blocks” della burocrazia”.