“Ogni fatto di cronaca che vede protagoniste le donne vittime di violenza fisica e/o psichica rappresenta una sconfitta di tutti e della società civile intera. Come ogni anno, e purtroppo non fa eccezione il 2021, la data dell’8 marzo, Giornata internazionale della donna, continua a essere la ricorrenza in cui si ricorda il dovere del rispetto dei diritti delle donne in quanto persone. Una piaga che la pandemia ha reso ancora più drammatica a seguito del lockdown, sia totale che parziale, poiché ha costretto diverse donne a vivere quotidianamente a stretto contatto con partner violenti, mettendole costantemente a rischio in situazioni potenzialmente pericolose. Uscire da queste situazioni, però, si può grazie all’aiuto e all’impegno di tutti”. È quanto affermano le componenti del Comitato centrale della Federazione Nazionale degli Ordini della Professione ostetrica.
“È necessario uscire da una narrazione delle donne che le veda sempre vittime e iniziare invece un percorso che porti a una svolta. Il tanto agognato cambio di passo culturale si può realizzare anche nel breve periodo, ovvero quello in cui le donne hanno bisogno concreto di aiuto. Le ostetriche/i sono professioniste che da subito sono in grado di fare la differenza in tutti i setting assistenziali in cui operano, a partire dalle scuole per una adeguata formazione sui corretti stili di vita e di prevenzione dalle malattie sessualmente trasmissibili, per le giovani e i giovani, nel rispetto delle differenze culturali; nei consultori, dove lavorando in team multidisciplinari possono cogliere segni e sintomi di violenza, non a caso infatti la gravidanza è uno dei momenti in cui si manifesta la violenza del partner; i centri antiviolenza, luogo d’elezione indispensabile per la protezione delle donne vittime di violenza; e poi ancora negli studi dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta, poiché in entrambi le ostetriche/i possono intercettare donne in età post menopausale, o neo mamme, vittime di violenza”, spiegano le rappresentanti nazionali della professione ostetrica.
“Difendere le donne significa anche lavorare per una corretta medicina di genere e la sperimentazione dei farmaci, perché si tenga sempre più conto della specificità del genere femminile. Infine, ma non da ultimo, la difesa di diritti tra loro non contrapposti: la possibilità di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) e politiche sanitarie e di welfare per la promozione e il supporto alla procreazione e maternità e paternità responsabili”, concludono i vertici FNOPO.