“L’avvio della campagna vaccinale segna un punto di primaria importanza nella lotta che tutto il paese, ma più in generale l’umanità, sta combattendo contro la malattia da Covid-19. Come rappresentanti della Organizzazioni Sindacali e degli Ordini Professionali a cui afferisce la totalità del personale coinvolto dalla prima fase della campagna vaccinale dichiariamo senza titubanze il nostro impegno, per le responsabilità che ci sono proprie, a far si che la stessa possa svolgersi nel modo migliore e con la più alta partecipazione possibile, convinti come siamo che da questa pandemia si uscirà soltanto affidandosi alla scienza e alle sue evidenze, esercitando fino in fondo il proprio ruolo nel rispetto prima di tutto dell’etica professionale di ognuno”.
È quanto scrivono in un appello le Rappresentanze Sindacali e Ordinistiche delle professioniste e dei professionisti sanitari e socio sanitari (Fnomceo, Fnopi, Fnopo, Fno Tsrm-Pstrp, Coas; Funzione pubblica Cgil, Cisl e UIl; Fials, Nursind, Nursing Up, Fsi Usae, Anaao Assomed, Cimo Fesmed, Fp Cgil Medici e dirigenti Ssn, Cisl Medici, Uil Fpl Coord.to Naz.le Aree Contrattuali Medica Veterinaria e Sanitaria, Aaroi Emac, Fvm Fed. Veterinari e Medici, Fassid
(Aipac-Aupisimet-Sinafo-Snr)).
“Il 27 dicembre scorso – si legge - ha preso avvio in tutta Europa la campagna vaccinale per arginare gli effetti della pandemia da SARS-CoV-2. I mesi che sono alle nostre spalle hanno visto lo sforzo straordinario di tutte le professioniste e professionisti del servizio sanitario e sociosanitario nazionale nella lotta contro la pandemia; donne e uomini che – nonostante i gravissimi rischi e le pesanti ricadute in termini personali - si sono fatti carico di superare i limiti strutturali derivanti da anni di tagli nella sanità, le enormi carenze di organico, le iniziali mancanze di dispositivi e protezioni, le scelte contraddittorie. E’ in gran parte grazie a questa etica del dovere, all’esercizio di questa responsabilità collettiva accompagnata dalla fiducia nella ricerca e nelle evidenze scientifiche, se è stato possibile costruire in ogni momento e in ogni realtà le condizioni affinché il paese, pur pagando un prezzo doloroso e altissimo, non soccombesse di fronte all’aggressione del virus, nell’attesa che l’avanzamento dei protocolli clinici e di cura costruissero progressivamente le condizioni per fare passi avanti nella tutela e nella salvaguardia della salute della collettività”.
“Per questo – proseguono - ci ritroviamo e facciamo nostre le recenti parole del Presidente della Repubblica:
“La scienza ci offre l’arma più forte, prevalendo su ignoranza e pregiudizi. (…) Vaccinarsi è una scelta di responsabilità, un dovere. Tanto più per chi opera a contatto con i malati e le persone più fragili”. Impegno, senso del dovere e della responsabilità che deve riguardare anche chi deve provvedere affinché siano messe a disposizione le dosi e gli strumenti indispensabili perché la campagna possa svilupparsi in modo ordinato, omogeneo ed efficiente, con il coinvolgimento di tutti i professionisti, ognuno per la propria competenza”.
“Con altrettanta chiarezza – concludono - ci sentiamo di affermare che va compiuto ogni sforzo, da parte di chi ne ha la responsabilità, per intensificare consistentemente l’opera di informazione e sensibilizzazione rivolta a chi dovesse nutrire dubbi o contrarietà, superando le lacune che tuttora su questo versante si registrano, nella convinzione che i benefici, per i singoli e per la collettività, derivanti da un’efficace svolgimento della campagna vaccinale saranno via via evidenti e tali da eliminare qualsiasi sacca di sfiducia che non derivi da ideologiche e irricevibili posizioni negazioniste. Al contrario, facendo ancora riferimento alle parole del Presidente della Repubblica, abbiamo bisogno di costruttori, e i professionisti sanitari e socio sanitari non hanno mai smesso di esserlo”.