“I medici in formazione, il cui lavoro secondo il D.Lgs 368 del 99 non dovrebbe, in nessun modo, essere sostitutivo di quello del personale di ruolo, nella realtà si trovano spesso ad essere parte fondamentale e imprescindibile nel garantire l’attività assistenziale. Vogliamo segnalare come un eventuale ulteriore ricorso ai medici specializzandi non farà altro che gravare sui reparti e sui servizi che contano normalmente sul lavoro degli stessi”. È quanto scrivono a Mur e Salute
ASUP, Associazione degli Specializzandi di Perugia
ASVER, Associazione degli Specializzandi di Verona Il Coordinamento Nazionale e le sedi locali dei medici di
Chi si cura di te? rispetto alla proposta di impiegare gli specializzandi per la somministrazione dei vaccini anti Covid.
“La carenza di risorse umane – proseguono le associazioni - ormai endemica, è aggravata in questo momento sia dal ritardo nella presa di servizio dei vincitori del bando SSM 2020 che al dirottamento di medici in formazione specialistica presso i servizi COVID. In secondo luogo, ricordiamo come il periodo della specializzazione sia un tempo preposto ad acquisire ed accrescere le competenze necessarie ad un adeguato sviluppo delle professionalità che costituiranno il Servizio Sanitario Nazionale del prossimo futuro”.
“La pandemia – rilevano - ha già inciso in maniera gravosa sul percorso formativo degli specializzandi i quali, costretti ad abbandonare il programma universitario da ormai quasi un anno, stanno coprendo ruoli prettamente assistenziali e spesso non inerenti alla propria specialità. Segnaliamo, oltretutto, come gli Atenei abbiano continuato ad esigere i contributi universitari, spesso senza fornire la formazione prevista dal nostro contratto. Al contempo, i medici specializzandi sono stati sistematicamente esclusi dalla gratificazione del Bonus COVID concesso a tutti gli operatori sanitari. Ci chiediamo dunque quale aspetto formativo possa aver rilevato il MUR nella partecipazione alla campagna vaccinale”.
“Ribadiamo la nostra disponibilità – concludono -, come già ampiamente dimostrato, ad offrire la nostra professionalità per la salute della popolazione. Tuttavia, date queste premesse, esprimiamo la nostra più completa contrarietà che il ricorso ai medici specializzandi per la campagna vaccinale avvenga all’interno del percorso formativo. Riteniamo che il coinvolgimento dei medici specializzandi non possa prescindere dall’interlocuzione con i diretti interessati attraverso gli organi in cui i medici in formazione sono rappresentanti. In un’ottica di efficace risposta alla pandemia, è fondamentale il reclutamento, su base volontaria, di personale sanitario formato e remunerato in relazione all’opera prestata per rispondere alle nuove esigenze di salute personale, con adeguate tutele. Anche i medici in formazione sono pronti a partecipare, come lo sono stati da marzo a questa parte, ma con adeguati diritti e tutele”.