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QS Edizioni - mercoledì 27 novembre 2024

Lavoro e Professioni

Gravidanza e Covid. Ostetriche: “Dati Iss dimostrano il valore del lavoro in équipe”

immagine 4 dicembre - La Fnopo commenta i recenti numeri forniti dall’Istituto superiore di Sanità sulle gravidanze durante la prima fase della pandemia. “Grazie anche alle indicazioni e linee guida internazionali, ma soprattutto all’intenso lavoro svolto dall’Iss, i professionisti dell’area materno infantile hanno potuto garantire la miglior presa in carico delle donne in gravidanza e avere i migliori esiti materno infantili”.
“I dati dell’ultimo studio ItOSS dell’ISS sull’analisi delle gravidanze e il numero dei neonati nel nostro Paese nella prima fase di pandemia Covid-19 sono gli indicatori più importanti di una gestione razionale messa in campo dai professionisti sanitari dell’area materno-infantile: ginecologi, ostetriche e neonatologi. Il lavoro in équipe e la costante condivisione di evidenze scientifiche, linee guida e raccomandazioni, nonché di risultati di singole realtà hanno consentito di affrontare e contrastare nel miglior modo possibile l’infezione da Covid-19 per madre e bambino”.
 
È quanto affermano le componenti del Comitato centrale della Federazione nazionale degli Ordini della Professione Ostetrica.
 
“Com’è noto – rilevano - , i primi mesi dell’insorgere della pandemia sono stati i più convulsi e drammatici, poiché i professionisti hanno dovuto fronteggiare patologie che fino a oggi non si erano ancora riscontrate e per le quali manca a tutt’oggi letteratura scientifica di riferimento. Grazie anche alle indicazioni e linee guida internazionali, ma soprattutto all’intenso lavoro svolto dall’Iss, i professionisti dell’area materno infantile hanno potuto garantire la miglior presa in carico delle donne in gravidanza e avere i migliori esiti materno infantili. Come più volte ricordato, il lavoro delle ostetriche italiane è stato ed è determinante in fase epidemica, poiché durante la fase prenatale, hanno continuato a offrire alle gravide i corsi di accompagnamento alla nascita, attraverso piattaforme online, e contatti mediati dalla tecnologia disponibile. Nonostante le oggettive difficoltà legate al rischio del contagio, le ostetriche hanno garantito l’assistenza alle donne nella fase natale (travaglio – parto e puerperio) e, con l’ausilio di gruppi whatsapp e video chiamate, nella fase post natale, hanno promosso e sostenuto l’allattamento materno che, come evidenziato dallo stesso OMS rappresenta anche in periodo di pandemia un importante fattore di protezione per la salute di mamma e bambino”.
 
“Fondamentale – sottolinea la Fnopo - , per la salute psicofisica delle donne, è stato anche garantire la presenza in area travaglio-parto di una persona di loro scelta per promuovere l’accoglienza del nuovo nato da parte della coppia”.
 
“Anche questo ha consentito alle future di mamme di vivere con un po’ più di serenità un momento tanto importante anche se in condizioni evidentemente straordinarie nelle quali l’uso di sistemi di protezione individuale condiziona la comunicazione tra coppia e ostetrica – affermano le rappresentanti nazionali delle ostetriche italiane -. Nell’attuale seconda fase della pandemia Covid-19 è indispensabile continuare a fare squadra e a mettere in pratica quanto già diventato patrimonio di conoscenza per affrontare la difficile situazione che impone il virus. Alle donne devono giungere  con maggior forza messaggi rassicuranti ricordando loro che è possibile, anzi doveroso, effettuare i controlli indifferibili durante gravidanza, poiché i punti nascita, le UU.OO e i consultori, le ostetriche, i ginecologi e i neonatologi sono pronti ogni giorno ad accoglierle e assisterle in totale sicurezza per loro con i loro bambini, garantendo i migliori interventi sulla base del loro stato di salute, confermando che nella maggioranza dei casi sarà possibile stare vicine ai loro piccoli sin da subito e instaurare così con loro un importantissimo legame”.
 
“Le esperienze maturate durante l’emergenza pandemica dai professionisti sanitari, in tutti i setting assistenziali, dovranno essere oggetto di analisi e approfondimento per essere poi riportati nel loro stesso setting formativo pre service e in service”, concludono i vertici FNOPO.
4 dicembre 2020
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