Non è tagliando i servizi ma colpendo realmente gli sprechi che si risolleva la spesa sanitaria. Ne è convinto Gabriele Pelissero il nuovo presidente dell’Associazione che raggruppa le strutture del privato accreditato, eletto al termine della 47° Assemblea nazionale che si è chiusa questa mattina a Roma. Professore ordinario di Igiene e organizzazione sanitaria presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Pavia è anche vice presidente del Gruppo ospedaliero San Donato e direttore scientifico dell’Irccs-Policlinico San Donato. In questa intervista ci ha illustrato le future linee d’azione dell’Aiop che si prepara a presentare, subito dopo l’estate le sue proposte per rimettere in asse il sistema.
Professor Pelissero, in questo momento di grande sofferenza economica del Paese, la sanità è sotto attacco. Come si colloca l’ospedalità privata in questo scenario?
È proprio in questo momento di crisi economica che l’ospedalità privata può offrire il suo contributo. Le prestazioni che eroghiamo sono di grande qualità, molto apprezzate dagli utenti e con un costo di sistema, perdoni il gioco di parole, sistematicamente più basso rispetto alle equivalenti prestazioni erogate dal comparto di diritto pubblico. In questo senso rappresentiamo un risparmio per il Ssn e un’opportunità preziosa di continuare a offrire prestazioni fondamentali con livelli di sostenibilità economica migliori.
Non temete la spending review?
Ancora non sappiamo quali saranno esattamente i contorni di quest’azione. Nella relazione del ministro Piero Giarda vengono individuati 97 miliardi di euro definiti “aggredibili” e di questi 69 sul fronte dei beni e dei servizi. Ma beni e servizi non possono essere posti sullo stesso piano perché si rischia di seguire il triste esempio della Grecia dove a tagli lineari si sono aggiunti nuovi tagli con il solo risultato di un crollo della qualità del sistema sanitario. Se invece l’orientamento che sembra emergere si concentrerà invece sulla riorganizzazione del sistema di acquisti da parte del comparto pubblico - perché è lì che si genera lo spreco, e stiamo parlando dell’85% del sistema - lo riteniamo positivo. Questo aiuterà il pubblico a essere più efficiente. Quindi ben venga la centrale unica degli acquisti dei prezzi standard. È la strada corretta.
Un altro dei vostri cavalli di battaglia è la revisione del sistema tariffario …
L’introduzione del sistema tariffario unico nazionale che attribuisce un valore a ciascuna prestazione, e sulla base di questa finanziare gli ospedali sia pubblici sia privati è la vera “riforma mancata” della sanità. Questa sarebbe la vera spending review. Sarebbe quindi opportuno intervenire anche su questo.
Avete sempre sottolineato di essere una gamba importante del sistema pubblico. Pensate di confermare questa impostazione o potrebbe avanzare l’idea di un doppio binario?
L’esistenza di un Servizio sanitario nazionale universale e solidaristico è una grande conquista di civiltà, e noi rimaniamo in prima fila nel difenderlo. Così come sosteniamo con forza che per mantenere questa impostazione universalistica e solidaristica del sistema sanitario, sia indispensabile mantenere il pluralismo dei suoi erogatori. Sempre che questa impostazione regga. Certo che se cambierà il contesto di scenario saremo indubbiamente chiamati a capire come gestire una rete di aziende importante con decine di migliaia di occupati. Questo è un nostro dovere e responsabilità. In ogni modo, siamo parte integrante del servizio Pubblico. Un’opportunità preziosa per il servizio pubblico. La nostra linea rimane quindi immutata.
La sua sarà quindi una presidenza all’insegna della continuità?
Certamente. Per quanto riguarda le strategie interne alla nostra associazione cercheremo di rafforzare sempre di più la coesione e la compattezza associativa, perché in questi momenti di oggettiva difficoltà bisogna stare vicini alle aziende grandi e piccole. Per questo metteremo sicuramente in opera azioni interne importanti per accrescere la comunicazione e dare più presenza a tutti gli associati. Per quanto riguarda la nostra linea d’azione verso l’esterno, intendiamo rimanere interlocutori propositivi con lo Stato e le Regioni.
Vale a dire?
Abbiamo in cantiere una proposta forte e importante per migliorare l’assetto complessivo del Ssn e generare più qualità e efficienza.
Qualche anticipazione?
Al momento ci stiamo lavorando, anche in collaborazione con l’istituto Bruno Leoni. Sarà una proposta di interesse generale che volendo potrebbe essere tradotta in una vera e propria iniziativa di carattere legislativo. Insisteremo molto sulla trasparenza e la pubblicità dei bilanci. Questo è un tema strategico. Che interessa anche soggetti di diritto privato no profit.
Si riferisce al San Raffaele?
Ad esempio. Questo dimostra quanto sia importante e attuale varare una riforma in tal senso.
Quando presenterete queste proposte?
Subito dopo l’estate. Intendiamo aprire un dibattito importante nella fase di ricostruzione della vita politica del Paese.
In sostanza vi state “attrezzando” per le prossime elezioni politiche?
Sì, nel senso che, indipendentemente dai colori politici, vorremo che alcuni principi di utilità generale fossero oggetto di discussione fra le forze politiche che si accingono a governarlo.
Ester Maragò