“La Fondazione nel 2018 ha garantito l’accoglimento di un numero di domande di assistenza, i cui costi si sono attestati sul valore di 16 mln di euro (17 mln nel 2017), ciò a fronte di una flessione del numero degli iscritti e, quindi, dei proventi della contribuzione, che nell’esercizio in esame è diminuita ulteriormente rispetto al passato, attestandosi a circa euro 22,36 mln (22,67 mln nel 2017). Nell’esercizio 2018 i dati di consuntivo evidenziano un utile di esercizio di euro 91.661, anche per tale anno in diminuzione rispetto a quello dell’esercizio precedente, pari a euro 94.880”. è quanto scrive la Corte dei conti nella sua delibera sull’esercizio 2018 della Fondazione Onaosi.
“A fronte di un risultato negativo – rileva poi la Corte - della gestione caratteristica (euro 10.009.718) che migliora rispetto al 2017 (euro 10.962.594), rimanendo comunque negativo, l’utile dell’esercizio del 2018 è da ricondurre all’andamento del saldo delle partite finanziarie, che, sia pur in decremento, (da euro 12.122.888 nel 2017 a euro 11.093.818 dell’esercizio in esame), ha sostenuto le attività della Fondazione mediante i proventi degli investimenti in titoli. A tal proposito si evidenzia che il risultato della gestione finanziaria ha registrato una plusvalenza di circa 4,2 milioni di euro derivanti dalla vendita di titoli”.
La Corte evidenzia però come “continuano ad essere molto elevati i costi di funzionamento della Fondazione, che ammontano ad oltre 35 mln di euro (37 mln nel 2017), sebbene si registri una contrazione dei costi complessivi di produzione di poco più di 1,8 mln di euro (-4,73 per cento), che mostra lo sforzo compiuto nelle politiche di razionalizzazione delle spese, anche a seguito dei rilievi mossi nello scorso referto da questa Corte. Tuttavia, l’incidenza dei costi delle prestazioni sul totale dei costi di funzionamento pari a poco più del 44,89 per cento, appare ancora non equilibrata ed induce nuovamente questa Corte a richiamare l’attenzione degli organi della Fondazione sui costi complessivi, continuando nello sforzo già intrapreso nel 2017 verso una loro ulteriore diminuzione”.
“È emersa – sottolinea la Corte -, comunque, la volontà dell’Ente di aumentare l’aliquota della contribuzione necessaria e l’importo di quella volontaria, come pure la decisione di completare il quadro di dismissione degli immobili non strumentali ancora nell’esercizio in esame non realizzato. In tal modo si consentirebbe alla Fondazione di conseguire il pareggio di bilancio nell’area di conto economico della gestione caratteristica e di quella finanziaria dei soli proventi correnti, in linea con il generale impegno richiesto a tutti gli enti previdenziali o assistenziali privatizzati”.
Per quanto riguarda “il valore del patrimonio netto, nell’esercizio considerato, aumenta da euro 357.585.556 a euro 357.677.215 nel 2018 per la imputazione dell’utile d’esercizio. Risulta elevato l’importo della voce contabile dei crediti che si conferma in oltre 10,6 mln di euro, la cui quota più rilevante è quella relativa ai crediti contributivi da pubbliche amministrazioni. I debiti nel 2018 ammontano a 3.471.277 euro (3.989.262 nel 2017) e comprendono principalmente quelli verso fornitori pari a 1.000.934 euro, in diminuzione rispetto al precedente esercizio (1.487.315); la voce altri debiti, pari a 1.422.709 euro, è in aumento rispetto al precedente esercizio (1.369.151). Dal rendiconto finanziario emerge che nell’esercizio in esame permane la capacità di affrontare gli impegni finanziari a breve termine e quella di autofinanziamento dell’Ente, considerato che il flusso finanziario dell’attività operativa, passato da euro 751.685 nel 2017 ad euro 1.076.726 nel 2018, si riflette positivamente nel conto economico e genera la liquidità necessaria per finanziare la gestione futura”.