E' iniziato oggi il trentanovesimo congresso nazionale Snami che si svolgerà rigorosamente on line. Sino all'ultimo si è cercato di svolgere almeno le tavole rotonde in presenza ma i dati allarmanti degli ultimi giorni hanno fatto prevalere il rigore più assoluto.
“Ho voluto - dice
Angelo Testa, presidente nazionale Snami - innanzitutto ricordare i Medici caduti in questa guerra che stiamo vivendo e combattendo e simbolicamente per tutti onorare la memoria di Roberto Stella, primo medico di famiglia a mancare, iscritto Snami e amico di noi tutti. Siamo stati lasciati soli senza dispositivi di protezione e nel caos più assoluto di una "disorganizzazione organizzata" a lavorare di più e male. Non ho solo la sensazione ma purtroppo la certezza che chi emana decreti e propina circolari, spesso in antitesi con analoghi provvedimenti a distanza di pochi giorni, non abbia le idee chiarissime e riceva dei "consigli" fuorvianti dati da chi poco conosce le particolarità assistenziali e l'essenza vera del territorio”.
“E' chiaro – continua - che l'ospedale non reggerà senza un reale filtro del territorio ed è per questo che il dogma per Noi Snami è che la medicina generale vada rafforzata a dismisura, che non vuol però dire darle ulteriori compiti e mansioni. Il discorso dei sierologici al personale scolastico docente e non e dei tamponi rapidi che qualcuno pensava di appiopparci tout court nei nostri studi dovrebbero invece essere eseguiti solo come compito aggiuntivo, remunerato ed eseguito in sicurezza esclusivamente in studi medici adeguati oppure all'interno delle strutture che le Asl metteranno a disposizione”.
“Prima di parlare - prosegue Testa - di diagnostica di primo livello dovremmo parlare di strutture fisiche dei nostri studi. Dovremmo parlare di personale di segreteria. Dovremmo parlare di personale infermieristico dedicato. Ma come al solito si è ascoltato qualcuno e non tutti e si è partiti dal fondo: vi diamo l'attrezzatura e voi fate la diagnosi! Se non si rivedono le percentuali regionali per il personale di studio ed infermieristico, se non si investono fondi importanti che permettono ai medici di potersi strutturare in modo più complesso, come si può parlare di diagnostica di primo livello. Cosa succederà se un gruppo di medici che per vari motivi siano riusciti a strutturarsi in modo maggiore farà la diagnostica e gli altri no? Vi sarà una regione più ricca che avrà medici che faranno cose in più di una regione più povera? Sarà l'ennesima frattura fra le zone metropolitane e quelle rurali?”.
Testa commenta poi la proposta Fnomceo di riforma della medicina territoriale. “Ma da quando la federazione ha avuto mandato per rappresentare la categoria? Forse sarebbe meglio che la federazione si occupasse di quanto le compete e lasciasse a chi è deputato la discussione sul futuro della medicina generale”.
“Basta con la Medicina Generale - conclude il leader dello Snami -coperchio per tutte le pentole, si pensi seriamente di piantarla di improvvisare sempre, addirittura male, mettendo ancora una volta il carro davanti ai buoi”.