toggle menu
QS Edizioni - lunedì 25 novembre 2024

Lavoro e Professioni

Professioni sanitarie. Conaps risponde a Proia: “Bene. Ma vogliamo ampie modifiche”

immagine 16 maggio - “Siamo disponibili al dialogo ma vogliamo ampie modifiche”. Così il presidente del Conaps, Antonio Bortone, ha risposto al messaggio inviato da Saverio Proia, coordinatore del tavolo ministero-regioni per la ridefinizione delle competenze delle diverse professioni sanitarie.
“Errore, fretta, incomprensione, documento aperto, bozza. Parole chiave da parte del ministero della Salute”. Così il presidente Conaps, Antonio Bortone, ha commentato il messaggio che Saverio Proia, coordinatore del tavolo ministero-regioni per la ridefinizione delle competenze delle diverse professioni sanitarie, ha inviato oggi all’Assemblea dei quadri Conaps (Coordinamento nazionale delle professioni sanitarie) in svolgimento a Bologna nell'ambito di Exposanità, a cui si sono aggiunge le dichiarazioni di Santina Amicone, direttore vicario della Direzione Generale delle professioni sanitarie al Ministero della Salute, presente a Bologna.
 
Il messaggio di Proia ha aperto il dibattito organizzato dal Conaps stamani e dedicato proprio alle indicazioni ministeriali diffuse recentemente in cui, secondo il Conaps, veniva attribuito all’area infermieristica “un eccesso di competenze, da qualcuno definito senza mezze parole 'furto'”. “Infermieri peraltro – sottolinea il Conaps - non coinvolti ufficialmente al tavolo ministeriale di cui continuano a non essere noti i criteri con cui sono coinvolte le professioni”.

Un allarme, dal momento che al tavolo tecnico a breve saranno analizzate anche altri cinque profili sanitari, anche questi scelti senza conoscere il criterio di priorità: Fisioterapisti, Tecnici Audiometristi e Audioprotesisti, Tecnici sanitari di radiologia medica e Tecnici di laboratorio biomedico.

Atteso ora un nuovo documento di ‘spiegazione’ non ben definito. Ma intanto quelle “parole chiave” hanno consentito un proficuo chiarimento tra le parti.

"Abbiamo visto con molta attenzione questo processo – spiega Bortone – perché di fatto rappresenta un progetto, anzi una 'idea progettuale', coerente con il momento storico e con il panorama giuridico. Manca solo l'istituzione degli ordini professionali, ma questo non è oggi in discussione, anche se, volendo seguire l'esempio europeo, dovrebbe essere stato istituito da anni”.

Bortone però ha ribadito la “forte dissintonia nei contenuti e soprattutto nella scelta metodologica, che ha tenuto all'oscuro le professioni. Per questo il prodotto finale era incoerente con l'idea d’origine. Qui abbiamo letto non sovrapposizione ma dissolvenza in una nuova figura 'totipotente'. Se avevamo capito male, ecco qui l'occasione di chiarirci. Infatti il nostro intento non è di far naufragare questo processo, in quanto vetusti resistenti al cambiamento, ma di essere attivi e proattivi con le istituzioni, come già accaduto 18 anni fa alla stesura dei profili professionali. Abbiamo una forte esperienza di lavoro con il ministero, partiamo da qui, ma sappiamo che il Ministero deve essere arbitro competente, presente e disponibile al confronto. Altrimenti la confusione regnerà sovrana".

"Con questa nostra presenza – ha spiegato Santina Amicone, direttore vicario della Direzione Generale delle professioni sanitarie al Ministero della Salute, presente oggi all'evento – intendiamo sgombrare il campo da dubbi sulla nostra iniziativa. Abbiamo operato d'urgenza su espressa richiesta delle Regioni e del territorio. Il Sistema sanitario nazionale ha difficoltà ad identificare con correttezza le competenze e gli sviluppi che vi sono stati nelle professioni. In alcune situazioni per sopperire a determinate necessità le Aziende e gli ospedali ricorrono a figure improprie rispetto al ruolo da coprire. Questo non giustifica le aziende, anzi, noi condanniamo questi comportamenti perché oggi le professioni hanno tutte posizioni di responsabilità. Dunque il ministero ha colto la palla al balzo, anche in considerazione di alcune 'fughe in avanti' di alcuni modelli organizzativi Regionali”.

“Non vi era alcuna intenzione – ha precisato Amicone - di non coinvolgere le professioni, siamo solo partiti da un'ottica diversa: quella di produrre un documento, che fosse una bozza, una base di lavoro trasmessa alle professioni, alle organizzazioni sindacali, ai medici, ed ancora oggi non è un documento chiuso. L'errore, se così si può definire, è che non è stata data una chiave di lettura”.

Ora il ministero attende le osservazioni delle varie professioni. “La nostra presenza qui – ha sottolineato il direttore vicario della Direzione Generale delle professioni sanitarie al Ministero della Salute - intende dimostrare ampia disponibilità a correggere il documento inviato. Il lavoro del tavolo tecnico, inoltre, ha riguardato in particolare gli infermieri, ma sono già stati individuati altri cinque profili da analizzare. Fisioterapisti, Tecnici Audiometristi e Audioprotesisti, Tecnici sanitari di radiologia medica e Tecnici di laboratorio biomedico. Presto invieremo un nuovo documento con molti punti di chiarimento”.

“Le professioni sanitarie – ha concluso Antonio Bortone – devono essere percepite come una opportunità, non sono associazioni lobbistiche e autoreferenziali. Noi siamo altra cosa, e forse è per questo che non riusciamo ad ottenere gli ordini professionali come nel resto d'Europa".
 
16 maggio 2012
© QS Edizioni - Riproduzione riservata