"La proposta del ministro dell’Università e della Ricerca
Gaetano Manfredi di rendere abilitante le lauree in Farmacia e Farmacia industriale abolendo l’Esame di Stato, anche sulla spinta dell’emergenza sanitaria, è comprensibile. La Federazione aveva sottolineato da tempo che l’esame di abilitazione non rispondeva più al suo scopo, cioè verificare che il professionista possieda le competenze e le capacità necessarie a rispondere alle esigenze della collettività, visto anche il nuovo ruolo del farmacista a seguito dell’introduzione del modello della farmacia dei servizi”, sottolina
Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani.
“Ma contestualmente a questo cambiamento - prosegue - si deve mettere mano, per lo stesso motivo, ad altri due aspetti fondamentali. Il primo è la riforma dello stesso corso di laurea, che deve considerare che la funzione del farmacista è cambiata e cambierà ancora di più in futuro, come mostrato anche dalle vicende drammatiche della pandemia. Si prospetta infatti una sempre maggiore partecipazione al processo di cura, attraverso prestazioni come il supporto all’aderenza terapeutica, le campagne di screening, la telemedicina, senza dimenticare che la natura stessa del farmaco sta mutando a un ritmo vertiginoso, con l’avanzare delle biotecnologie e il progressivo ridursi delle molecole di sintesi”.
L’altro elemento cruciale è la riforma del tirocinio “che a questo punto assume un valore fondamentale come punto di contatto tra formazione universitaria e professione, e deve essere ampliato e articolato, prevedendo un maggiore coinvolgimento del farmacista tutor. La figura del farmacista" conclude Mandelli "sta evolvendo rapidamente, quindi il suo percorso formativo richiede un radicale aggiornamento e per raggiungere questo obiettivo la Federazione offre la più ampia collaborazione”, conclude Mandelli.