“Il farmacista ospedaliero con tutti gli stakeholder si deve far portavoce di nuovi modelli organizzativi e gestionali in grado di conciliare le esigenze della intensività ospedaliera con la presa in carico sul territorio”. Parole del neo presidente della Presidente della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie (SIFO),
Arturo Cavaliere (Direttore dell’UOC Farmacia Aziendale ASL di Viterbo) che in questa intervista traccia le linee del suo mandato.
Dottore qual è la SIFO che eredita e quale quella che andrà a presiedere per i prossimi 4 anni?
Le linee direttrici tracciate dal precedente consiglio saranno rinnovate con tanti nuovi progetti da attuare nel prossimo quadriennio con l’apporto indispensabile di pensiero e di nuovi stimoli che il nuovo consiglio direttivo saprà proporre e ricercare. Sarà necessaria passione ed audacia da parte dei nuovi consiglieri, caratteristiche queste che hanno da sempre caratterizzato la nostra società scientifica e che sono fondamentali per la crescita della nostra professione stando al passo con i grandi cambiamenti in atto. Per questo dovremo anche essere in grado di cogliere le nuove opportunità professionali che si sono aperte in questo periodo di emergenza Covid che devono essere sempre finalizzate ad una assistenza più qualificata, efficace e sicura nei confronti dei cittadini.
Nuovo Presidente, nuove idee. Può parlarci dei progetti che ha intenzione di realizzare?
Diversi i progetti in essere e che devono ancora partire. Primo fra tutti vorrei ricordare “DruGhost”, progetto già in fase sperimentale, che prevedrà l’attivazione di un database nazionale sulla indisponibilità dei farmaci al fine di mappare e quantificare un fenomeno, quello della carenza dei farmaci appunto, ben conosciuto anche a livello istituzionale. Per questo lavoreremo in stretta sinergia con l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). Tra l’altro la consolidata collaborazione con AIFA trova evidenza nella presenza di SIFO al Tavolo Tecnico Indisponibilità e al Board con le Regioni. Quest'ultimo, in particolare, ha consentito di gestire le problematiche relative ai farmaci utilizzati per le terapie off label per il supporto dei pazienti Covid attraverso una pianificazione dei mutevoli fabbisogni, di concerto con le aziende del farmaco e utilizzando, ove possibile, l'importazione centralizzata delle confezioni estere dei farmaci indisponibili o in stock-out. Un altro ambito di collaborazione con AIFA si sta sviluppando con la pianificazione della produzione galenica per sopperire alle temporanee o definitive carenze di farmaci non sostituibili o salvavita. Ad esempio possiamo già anticipare che il barbesaclone, un farmaco utilizzato per il trattamento dell’epilessia, sarà presto fuori produzione e, in accordo con AIFA, SIFO ha già predisposto e validato una formulazione galenica sostitutiva affinché tutte le farmacie ospedaliere siano in grado di predisporre e dispensare il farmaco ai pazienti in trattamento.
Altri progetti che abbiamo intenzione di sviluppare su tutto il territorio nazionale sono poi volti all’innovazione e alla digitalizzazione.
Nel periodo di emergenza Covid, la farmacia ospedaliera ha assunto grande importanza, cosa possiamo dire a riguardo?
Le criticità della Fase 1 di questa emergenza se da un lato hanno rappresentato una rottura di sistema da certezze consolidate di alcuni processi in ambito sanitario, dall’altro sono divenute di fatto delle opportunità per la nostra professione all’interno dei Servizi farmaceutici Ospedalieri. Ne è un esempio il ruolo attribuito dalle Direzioni Generali Regionali ai farmacisti dei Servizi Farmaceutici Aziendali nella cruciale gestione e centralizzazione dei Dispositivi di Protezione Individuale. Non posso poi non ricordare il delicato ruolo che il farmacista ha svolto in questi mesi all’interno della Galenica clinica per gli allestimenti magistrali dei farmaci carenti sul territorio nazionale e i documenti prodotti da SIFO sulle buone pratiche degli allestimenti magistrali sono serviti ad assicurare efficacia e sicurezza del preparato allestito. A questo si aggiunge il ruolo strategico del farmacista all’interno delle Unità di Crisi Ospedaliere e Regionali in un team multidisciplinare che ha coordinato la gestione clinica ed organizzativa della pandemia, nonché l’impegnativa gestione tecnica ed organizzativa delle sperimentazioni cliniche di terapie farmacologiche Covid che, con procedura accelerata, sono state attivate in molte strutture ospedaliere.
Pensa che dovrebbe esserci maggiore dialogo tra Ospedale e Territorio e se sì in che modo la SIFO può intervenire a supporto di tale interazione?
Il farmacista ospedaliero con tutti gli stakeholder si deve far portavoce di nuovi modelli organizzativi e gestionali in grado di conciliare le esigenze della intensività ospedaliera con la presa in carico sul territorio. I modelli gestionali già presenti sul territorio vanno promossi e sviluppati affinché il paziente arrivi in ospedale solo quando vi è una reale necessità. Questo può essere possibile attraverso la capillare rete di SIFO, presente con le Segreterie regionali su tutto il territorio nazionale, con innovazione e digitalizzazione dei suddetti modelli organizzativi. Esistono, per esempio, esperienze di integrazione, grazie a sistemi informatizzati, tra gli attori del processo di cura finalizzati alla presa in carico del paziente tra Ospedale e Territorio in sinergia con le Cure Primarie dove il farmacista ha un ruolo di promozione attiva nella conciliazione della terapia e nel controllo dell’aderenza terapeutica, oppure nella promozione di nuovi modelli di consegna a domicilio per pazienti fragili. Ne è un esempio il progetto previsto dalla nostra ASL, denominato “Pronto Farmaco”, volto proprio alla consegna domiciliare dei medicinali evitando sovraffollamento ospedaliero e disagio sociale.
Ha parlato prima del rapporto tra SIFO e AIFA. Sono previste delle collaborazioni con altre Società Scientifiche e/o istituzioni?
Alcuni degli obiettivi di questo direttivo e della presidenza saranno quelli di condividere progetti di ricerca con Enti di Rilievo Nazionale e Regionale ed Istituzioni Pubbliche o Private costituendo un vero e proprio “Centro Studi SIFO” nel quale le idee e i progetti dovranno essere messi a sistema e dovranno essere fruibili da tutti per migliorare i processi di cura del Servizio Sanitario Nazionale per il bene della collettività. Parlavo prima di Aifa, ma abbiamo tavoli aperti con il Ministero della Salute, con FOFI, con Cittadinanza Attiva e Associazioni di Pazienti, con le associazioni dei Produttori del Farmaco e Dispositivi Medici. Per quanto riguarda le collaborazioni con altre Società Scientifiche, queste dovranno essere sempre più orientate a rappresentare e a soddisfare le tendenze e le necessità di personalizzazione delle terapie, al fine di soddisfare tutte le esigenze cliniche che sono rappresentate dalle numerose aree scientifiche presenti in SIFO. La finalità di queste collaborazioni dovrà essere quella di coniugare efficacia, qualità, sicurezza e aderenza della terapia farmacologica con la sostenibilità dei costi.
Per concludere le chiederei qualche anticipazione sul Congresso Nazionale SIFO che si terrà a dicembre
Il Congresso si svolgerà in modalità virtuale in Toscana dal 10-12 dicembre e avrà come argomento portante l’importanza dei Dati sanitari, dalle potenzialità degli stessi alla loro reale fruibilità. Il farmacista da sempre rappresenta uno snodo strategico nella gestione dei dati della farmaceutica e dei dispositivi medici abbracciando l’intero processo di cura dell’intensività ospedaliera e della cronicità, attraverso i Servizi farmaceutici Ospedalieri e Territoriali. Discuterne con interlocutori autorevoli del mondo della Sanità sarà una occasione da non perdere.
Marzia Caposio