È braccio di ferro tra Aiop nazionale e Aiop Lazio. L’alzata di scudi di
Jessica Faroni, presidente dell’ospedalità privata laziale, non è piaciuta alla presidente nazionale
Barbara Cittadini che in questa intervista al nostro giornale ha invece ribadito la sua ferma intenzione nel voler assolvere agli impegni presi e chiudere la partita mettendo fine a una lunghissima e complicata trattativa per il rinnovo dei contratti della sanità privata.
Ma ricapitoliamo. Secondo la Faroni
la pre-intesa sottoscritta nel mese di giugno sarebbe “stata firmata da una delegazione che non ha rispettato il volere di una assemblea che si è radunata il 22 gennaio di quest’anno e ha detto chiaramente che avremmo firmato il rinnovo del contratto a condizione che il 50% fosse sostenuto indirettamente dalle Regioni e il 50% fosse proveniente dal welfare”. Nessuna retromarcia quindi secondo la presidente del Lazio, ma un errore della delegazione.
Affermazioni che la presidente Aiop ha rispedito al mittente, chiarendo i termini dell’accordo. E se il braccio di ferro dovesse continuare alla nostra domanda su un possibile commissariamento dell’Aiop Lazio, la Cittadini risponde “Voteremo e ognuno si assumerà le proprie responsabilità rispetto a un impegno che abbiamo assunto, innanzitutto, con i lavoratori e poi con le Istituzioni”.
Presidente Cittadini, è di oggi il niet dell’Aiop Lazio alla firma dell’intesa per il rinnovo dei contratti, mentre i sindacati annunciano uno sciopero nazionale. Un caso isolato questo del Lazio o i lavoratori dell’ospedalità privata devono aspettarsi un ulteriore rinvio anche nelle altre Regioni?
Chiariamo subito un punto, è nostra ferma intenzione assolvere agli impegni assunti e chiudere la partita contrattuale. Un impegno preso sin dall’inizio della mia Presidenza e dal quale non intendiamo recedere. Lo dimostra il fatto che nel mese di agosto abbiamo lavorato senza sosta per definire gli accordi nelle varie Regioni, molte delle quali hanno già deliberato, mentre altre stanno per farlo. Siamo, quindi, fiduciosi di poter trasformare in tempi brevi, compatibilmente con la tempistica della pubblica amministrazione, la pre-intesa in intesa definitiva.
Rimane il fatto che il Lazio è sulla graticola…
Devo ammettere che le dichiarazioni della Presidente Faroni mi hanno lasciato basita.
Per quanto mi è dato sapere, anche nel Lazio, nei primi di agosto, erano addivenuti ad un pre-accordo rispetto alle tariffe e al budget e, come confermato anche dall’Assessore D’Amato, la prossima settimana, delibereranno in tal senso.
Mi rendo conto che ogni Regione ha esigenze diverse e ognuna deve chiudere il suo contratto, ma gli impegni sono stati messi nero su bianco.
Mi perdoni ma nelle parole della Presidente del Lazio si legge ben altro…
La Faroni ha detto una cosa corretta: nell’Assemblea di gennaio è stato deliberato che le Regioni avrebbero dovuto garantirci il 50% del costo del rinnovo del contratto.Sbaglia, invece, rispetto al tema del welfare: l’accordo era ben diverso. Su questo punto c’era solo un impegno a discuterne con i sindacati, come per altro abbiamo fatto. Le organizzazioni sindacali hanno ritenuto di dover valorizzare, in questa fase, l’incremento salariare facendo corrispondere il tabellare del pubblico a quello del privato. Ragione per la quale, è stato deciso di demandare questo aspetto ad una fase di trattativa di secondo livello.
Se il Lazio dovesse continuare su questa china si potrebbe pensare a un commissariamento?
Non appena avrò la possibilità di convocare il Consiglio nazionale, organo preposto ad assumere queste decisioni, ci confronteremo. Voteremo e ognuno si assumerà le proprie responsabilità rispetto a un impegno che abbiamo assunto, innanzitutto, con i lavoratori e poi con le Istituzioni.
Si aspetta che qualche regione possa muoversi nel solco del Lazio?
Questo non lo so e allo stato attuale non mi risulta. Vedremo e alla fine ci conteremo.
In ogni modo, considerando che moltissime Regioni stanno deliberando, non mi sembra che ci sia una posizione di rottura così diffusa.
Ripeto andremo a votare ognuno con il proprio senso di responsabilità verso i lavoratori, verso le nostre aziende e verso le Istituzioni che hanno mantenuto l’impegno assunto, ossia dare la copertura del 50% del costo del rinnovo contrattuale.
Ester Maragò