Con il picco dell’emergenza covid19 alle spalle, il governo sta iniziando a mettere in campo gli indennizzi rivolti ai medici che, durante la crisi epidemiologica, hanno continuato a prestare il loro servizio anche a rischio di essere contagiati. Ma la Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-FISMU non può non evidenziale che una intera categoria di giovani medici in prima linea sia stata dimenticata: gli specializzandi.
“Specializzandi - denuncia
Dario Calì, responsabile dell’area dei precari di Fismu - che, in molti casi, hanno mandato avanti, di fatto, interi reparti: senza il loro aiuto molti pazienti, in piena emergenza, sarebbero rimasti senza assistenza. Giovani medici che hanno continuato a lavorare nell’emergenza-urgenza e nei pronto soccorso che, per ovvi motivi, non potevano essere chiusi e in cui si operava, molto spesso, senza i presidi adeguati, rischiando di essere contagiati, allo stesso modo dei cosiddetti medici strutturati e dei loro ‘professori’. Rispetto a questi ultimi, però, senza garanzie e premi, solo oneri e rischi”.
“Questi specializzandi - continua - sono anche loro medici, ma sono stati dimenticati dai vari decreti e abbandonati (come al solito) dalle istituzioni. Ma oltre al danno anche la beffa: qualora fossero stati contagiati e costretti ad andare in malattia, non avrebbero potuto effettivamente avere diritto a giorni di malattia ma solo a dei permessi limitati in un anno che poi si vedranno detratti. O addirittura rischiano di avere posticipata la specializzazione qualora superino i 30 giorni di permessi. Ci chiediamo se le istituzioni abbiano davvero intenzione di valorizzare la sanità a partire dai medici o sia l’ennesima presa in giro. Il ministro Speranza intervenga e sani questa grave ingiustizia”.