L’8 giugno del 1959 nasceva Aitr, Associazione Italiana Terapisti della Riabilitazione. Sono trascorsi 61 anni e la professione del fisioterapista è diventata una realtà strutturata, composta da oltre 65mila unità presenti su tutto il territorio nazionale.
Aitr ormai da molti anni si è trasformata in Aifi (Associazione Italiana Fisioterapisti) ed è Aifi a ricordare l'anniversario sottolineando che a tutt’oggi, “per decreto Ministeriale, rappresenta, tutela e promuove la categoria dei fisioterapisti, sviluppando la conoscenza e l’approfondimento scientifico della professione, la pratica clinica, la formazione e la ricerca, nell’interesse di tutti i cittadini e del Servizio Sanitario Nazionale”.
“Negli anni - si legge nella nota Aifi - la professione ha goduto di continui e importanti riconoscimenti e inquadramenti, fino a registrare nel 2018 un definitivo punto di approdo istituzionale e sociale insieme alle altre professioni sanitarie con l’istituzione degli Ordini e la Costituzione degli Albi delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione. Consapevole di queste importanti novità e del proprio processo di trasformazione in Ats, l'Associazione Italiana Fisioterapisti ha già avviato una proficua collaborazione con le Commissioni d'Albo dei Fisioterapisti nel reciproco rispetto dei ruoli”.
61 anni dopo la sua nascita, l'Aifi riflette “su sé stessa mentre l'Italia (come nel 1959) si trova “a ripartire” dopo il Coronavirus. Nella pandemia i fisioterapisti si sono subito impegnati sia nelle fasi di triage, che nella gestione ordinaria dei pazienti a partire dalle loro competenze specialistiche. All'interno dell'emergenza, le attività non si sono mai interrotte, ma ora si entra in una fase di nuove sfide: come il Ssn riuscirà a ripensare a se stesso?”
Il Paese - scrive ancora Aifi - deve trovare le forze etiche, professionali, di programmazione e di governance per ripartire subito e i fisioterapisti su questo sono pronti a dare il loro contributo. Occorre che tutte le professioni sanitarie siano in grado di essere unite e compatte nel loro contributo al futuro del Servizio Sanitario del nostro Paese. Serve un ripensamento basato sulla centralità delle richieste di salute e i Fisioterapisti - parte rilevante del Ssn – sono pronti a offrire risposte appropriate e sostenibili”.