"Abbiamo estrema difficoltà di reperimento delle mascherine chirurgiche, dispostivi di protezione individuale e di ogni altro strumento di protezione e contenimento del contagio per la sicurezza del personale e ciò sta stressando fortemente la capacità delle nostre Aziende di svolgere regolarmente il ruolo cui sono chiamate".
Questa la denuncia del presidente Federfarma Servizi,
Antonello Mirone che in una lettera indirizzata al ministro della Salute,
Roberto Speranza, al Capo Dipartimento della Protezione Civile,
Angelo Borrelli, e al Commissario straordinario per l'emergenza,
Domenico Arcuri, chiede inoltre chiarimenti sull'idoneità delle masherine chirurgiche a fungere da dispositivi di protezione individuale, come previsto dal Decreto "Cura Italia".
"Anche considerando quanto previsto dal recente Decreto Legge n.18 del 17 marzo u.s. (Cura Italia) all’articolo 16 comma 1, ci corre l’obbligo di informarVi di versare in una tale condizione di emergenza nel reperimento dei suddetti prodotti, da non riuscire ad assicurare ai nostri operatori le mascherine chirurgiche richieste dal citato decreto - si legge nella lettera -. All’estrema tensione nazionale e profondo timore generale riteniamo, oltretutto, che non debba sommarsi anche la preoccupazione dei dipendenti delle nostre Aziende di non essere sufficientemente tutelati attraverso l’uso delle semplice mascherine chirurgiche rispetto ai DPI. Vi chiediamo, pertanto, un chiarimento formale sulla validità degli strumenti individuati nel suddetto decreto, così da restituire serenità a chi da settimane lavora ininterrottamente per la salute del Paese".
"Converrete come sia improrogabile la necessità di assicurare a tutti coloro che operano in questo nevralgico comparto - che di fatto svolge un servizio pubblico collegato al Sistema Sanitario - la fornitura di quanto indispensabile per chi ogni giorno allestisce nei magazzini le consegne di quanto necessario alle Farmacie italiane, di chi ogni giorno guida mezzi per raggiungere le Farmacie in ogni parte della nostra Nazione e assicurarsi che il Farmacista possa ricevere tutto quanto essenziale per rispondere alle incrementate esigenze della nostra comunità sociale".
"Non potendo più essere garantiti i contatti con i Farmacisti, Vi comunichiamo che verrebbe messa a rischio la possibilità di effettuare le consegne in Farmacia e la capacità da parte di quest’ultima di svolgere il suo fondamentale ruolo di presidio sanitario sul territorio, indispensabile in questo momento più che mai per il Sistema Sanitario Nazionale e per la popolazione in difficoltà, che individua nella rete delle Farmacie il primo front –office sul territorio in materia sanitaria", conclude Mirone.