Non un fenomeno contingente o legato ad un’emergenza momentanea, bensì un fenomeno “strutturale”. Tale si potrebbe definire la violenza di genere, tanto che la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la considera un problema di salute globale, uno dei principali fattori di rischio di cattiva salute e di morte prematura per donne e ragazze. È sempre l’OMS a stimare che nel mondo il 35% delle donne subisce una qualche forma di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica da parte solitamente di partner, ex partner, familiari o comunque persona conosciuta. Anche in Italia, i dati ISTAT rivelano che una donna su tre, tra i 16 e i 70 anni, ha vissuto episodi di violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita.
Le conseguenze di queste violenze possono perdurare per anni, coinvolgendo anche le persone che circondano la vittima (
in primis i figli), e compromettendone la salute fisica e mentale, la formazione scolastica, l’occupazione e l'economia generale del Paese. In tale contesto, risulta evidente la centralità dei Pronto Soccorso (PS) degli ospedali, in quanto rappresentano spesso il primo accesso della vittima di violenza ad una struttura sanitaria.
Avendo ben presento questo, il Ministero della Salute (Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria) ha incaricato l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), nello specifico l’Unità Operativa Ricerca psico-socio-sanitaria, Comunicazione, Formazione (UO RCF – Dipartimento Malattie Infettive) di condurre un Progetto di formazione per gli operatori sociosanitari dei PS impegnati in interventi di prevenzione, diagnosi, cura e assistenza rivolti alle donne che subiscono violenza, in collaborazione con il Servizio Formazione (SF - Presidenza). Queste due Strutture dell’ISS, con il supporto di esperti del settore, hanno predisposto un percorso formativo a distanza (FAD) sul tema
“Prevenzione e contrasto della violenza di genere attraverso l’attivazione delle reti territoriali”, indirizzato a tutti i professionisti dei PS, i quali quotidianamente si trovino a gestire il complesso fenomeno della violenza di genere.
Il Corso FAD sarà avviato il 29 gennaio e sarà accessibile sulla piattaforma
www.eduiss.it fino a luglio 2020,impegnando oltre 640 PS collocati nelle Regioni e Province Autonome, con una stima di circa 20.000 operatori sociosanitari coinvolti.
La finalità è quella acquisire conoscenze e competenze tecnico-scientifiche e comunicativo-relazionali indispensabili per individuare, diagnosticare e trattare la violenza di genere. I temi trattati riguardano prevalentemente la rilevanza del fenomeno, gli strumenti per una corretta identificazione dei casi di violenza, le procedure e i protocolli da attuare, gli strumenti diagnostici in grado di individuare precocemente il rischio di re-vittimizzazione della donna, le normative di riferimento, ma anche gli elementi di base per attivare reti territoriali volte garantire alle vittime una concreta fuoriuscita dal circuito della violenza.
Considerando la capillare diffusione del fenomeno e la pluralità dei quadri clinici conseguenti alla violenza di genere, è indispensabile, infatti, che ogni presidio ospedaliero dotato di PS formi/aggiorni i propri operatori e definisca i percorsi di accoglienza della donna maltrattata. Data la complessità del fenomeno, non è sufficiente la sola competenza dei medici e degli infermieri nel riconoscimento dei segni d’allarme per identificare la violenza di genere, risulta altresì fondamentale creare un modello d’intervento coordinato, multidisciplinare, multi-professionale, inter-istituzionale che risponda in modo articolato e completo ai bisogni delle donne vittime di violenza.
C’è necessità, in altre parole, di protezione fisica, di strutture d’accoglienza in emergenza, di aiuto sanitario, psicologico, legale, economico e di un accompagnamento in un nuovo progetto di vita che porti la donna a superare la violenza subita. La formazione degli operatori sociosanitari, così come raccomandata dai diversi organismi nazionali e internazionali, deve consentire di:
- conoscere il fenomeno della violenza di genere nella sua complessità, anche sotto il profilo normativo;
- riconoscere i segnali della violenza subita e assistita;
- interagire con tutti gli altri operatori/operatrici presenti sul territorio, al fine di garantire l’attivazione di una efficace “Rete” in grado di proteggere le donne e i loro figli;
- saper ascoltare la donna e orientarla ai servizi appositamente dedicati e presenti sul territorio.
L’intervento formativo previsto dal Progetto dell’ISS, promosso e finanziato dal Ministero della Salute (Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria),è in linea con quanto sottolineato dall’OMS, “operatori sociosanitari adeguatamente formati ad affrontare la violenza contro le donne, possono fare una grande differenza nel curare non solo le lesioni fisiche, ma anche il dolore mentale, sessuale ed emotivo”.
A cura dell'Unità operativa "Ricerca psico-socio comportamentale, Comunicazione, Formazione" del dipartimento malattie infettive e Servizio Formazione della Presidenza dell'ISS