“L’unica soluzione seria e possibile per risolvere la carenza di specialisti è aprire una finestra assunzionale di un anno in cui il tetto verrebbe totalmente sbloccato e in cui si possa dare il via ad un Piano di assunzioni straordinario basato sui fabbisogni di personale e non sulle risorse disponibili”.
È questa la proposta del segretario della Fp Cgil Medici,
Andrea Filippi che in quest’intervista traccia la rotta per il prossimo futuro, a partire dal contratto dei medici, passando per il tema della formazione post laurea.
Dottor Filippi, il contratto 2016-2018 è ormai quasi firmato. Che si aspetta per quello 2019-2021? Dovremo aspettare altri 10 anni?
Speriamo che se ne inizi a parlare al più presto. Sull’ultimo contratto appena siglato ci è voluto un po’ più di tempo ma ricordo che per la Dirigenza pubblica Scuola e Sanità sono i primi comparti ad aver sottoscritto gli accordi. Auspichiamo che avendo rivisto la struttura complessiva degli incarichi e delle carriere ci si possa ora concentrare su altri argomenti contrattuali. È chiaro che lo vogliamo fare rapidamente.
In Manovra ci sono le risorse?
In Legge di Bilancio le risorse ci sono per tutti i contratti del pubblico impiego, parliamo di 3,2 mld che corrispondono ad un aumento del 3,5% sulla massa salariale, in linea con l’ultimo incremento del 3,48%. Voglio però precisare che vista la firma del contratto 2016-2018 la massa è cresciuta e quindi l’aumento sarà maggiore. In questo senso poi come Cgil, Cisl e Uil abbiamo proposto due emendamenti fondamentali alla Manovra: uno che chiede di estendere le risorse sul contratto per coprire l’elemento perequativo degli 80 euro e altro per le risorse aggiuntive per le nuove classificazioni, in particolar modo per la sanità.
Quali sono quindi le vostre priorità?
Innanzitutto va potenziata la strada intrapresa sulle carriere professionali sulla quale è stata rivista la struttura ma ora è importante inserirci più sostanza. Poi occorre ancora di più valorizzare i giovani neo assunti sul quale abbiamo nell’ultimo contratto aumentato le risorse per le quote fisse e poi rivedere il sistema del finanziamento dei fondi contrattuali. È chiaro che saranno fondamentali le leggi di bilancio del prossimo biennio e il tavolo contrattuale per sbloccare il tetto del salario accessorio.
Si riferisce alla Ria?
Sì, consideri che dobbiamo recuperare 2 mld da qui al 2026. In questo senso va sbloccato il comma 2 dell’articolo 23 della Legge Madia sui cui ci aspettiamo risposte concrete dal Governo dato che abbiamo armonizzato i fondi contrattuali come chiedeva la stessa legge. Questa è una vera e propria ingiustizia su cui continueremo a batterci, tanto più che non si tratta di risorse in più ma di fondi che sono dei medici.
Ma tutto ciò basta per colmare la carenza di medici specialisti?
Sia chiaro, serve assolutamente un Piano di assunzioni straordinario. Senza questo i contratti rischiano di essere scatole vuote. Si possono fare tutti i regolamenti aziendali del mondo sul recupero orario ma se non ci sono le persone rimangono sostanzialmente esercizi di stile senza nessuno risvolto concreto.
Sia nel Dl fiscale che nel Patto per la Salute si parla di alzare il tetto di spesa per il personale. È sufficiente?
No, l’unica soluzione seria e possibile è aprire una finestra assunzionale di un anno in cui il tetto verrebbe totalmente sbloccato e in cui si possa dare il via ad un Piano di assunzioni straordinario basato sui fabbisogni di personale e non sulle risorse disponibili.
Quante assunzioni servirebbero?
Oggi servono circa 8.000 dirigenti medici e 2 mila dirigenti sanitari. Sia chiaro questo è il numero che serve oltre allo sblocco del turnover al 100%. Quindi oltre a sostituire totalmente chi va in pensione servono 10 mila unità in più.
In questo senso che segnali avete dal Governo?
Qualche segnale d’inversione di tendenza sta arrivando e giudico positivi i 2 mld in più per il Fondo sanitario 2020 con l’auspicio che queste risorse vengano blindate con la stipula del Patto per la Salute.
Sulle specializzazioni che mi dice?
È uno dei nostri punti cardine: vanno assolutamente aumentate le borse.
Ci sono emendamenti alla Manovra che parlano di aumentarle di 2.000 unità?
Ben venga, ma ricordo che ad oggi ne servirebbero 3.000 in più e quindi nonostante le 2.000 in più ne mancherebbero altre 1.000 per colmare il gap. Noi dobbiamo riuscire ad arrivare a 11 mila contratti. E non sono finanziamenti esagerati, parliamo di un finanziamento di 300 mln da spalmare in 4-5 Manovre. Insomma, non mi sembrano molte risorse dato che così facendo riusciremmo a risolvere molti dei problemi del Ssn.
E sulla proposta di legge che parla di riformare il numero chiuso. È d’accordo?
Noi auspichiamo che la riforma possa andare in porto. È un modello simile a quello francese ed è sicuramente meglio del nostro perché valuta più il merito rispetto ai quiz e argina quel fenomeno per cui le famiglie spendono parecchi soldi per i corsi privati propedeutici al test d’accesso.
E sulla formazione specialistica?
Oggi abbiamo il problema di risolvere questa fase in cui le borse in più non sono ancora a regime. Ma secondo noi le proposte del Governo sono ancora timide.
Ovvero?
Ora ci sono le misure del Dl Calabria e le proposte apprezzabili dei contratti di formazione-lavoro per gli ultimi anni di specializzazione. Noi pensiamo però che occorra ragionare su contratti a tempo determinato di formazione-lavoro già dal secondo anno. In questo senso siamo fiduciosi che il Ministro Speranza apra su questo tema un tavolo con i sindacati di categoria e le Confederazioni, al contrario dello scorso Governo con cui abbiamo avuto solo un incontro di facciata.
Luciano Fassari