“Non rimarremo a guardare l’approfondirsi delle diseguaglianze e delle divisioni” e “nel limite del possibile tenteremo di correggere ciò che riteniamo sbagliato nel testo approvato al Senato”. Ad affermarlo è il Movimento nazionale liberi farmacisti (Mnlf), con particolare riferimento alla valutazione del punteggio relativo al concorso straordinario per soli titoli finalizzato all’assegnazione delle nuove sedi farmaceutiche.
Se il resto dell’articolo 11 in materia di farmacie del decreto liberalizzazioni è, secondo il Mnlf, “un buon compromesso, viste le condizioni politiche”, Il Movimento definisce la parte che riguarda i punteggi per l’assegnazione delle sedi farmaceutiche “indecente” e la possibilità data a chi ha meno di 40 anni di associarsi “impedendolo a tutti gli altri, ha dei seri profili d’incostituzionalità sia nei confronti del dettato Costituzionale (articolo 3) che del diritto comunitario (art. 2 della direttiva 2000/78/CE) laddove per ‘
principio di parità d’intende l’assenza di qualsiasi discriminazione diretta o indiretta a causa della religione, delle convinzioni personali, degli handicap, dell'età o dell'orientamento sessuale’".
Il Movimento dichiara di avere seguito “con attenzione e impegno i vari emendamenti ( le varie stesure , le diverse proposte…) cercando d’indicare, sempre, soluzioni impostate all’equità”. L’ipotesi della divisione per quote delle sedi farmaceutiche “non ci ha visto sicuramente entusiasti” perché “non aveva nulla a che fare con il merito”. “Tuttavia – osserva il Mnlf - dava a tutti i soggetti in campo (titolari rurali, dipendenti, titolari parafarmacie) una ‘possibilità’. Questo sarebbe stato anche un riconoscimento al ‘rischio’ sostenuto dai colleghi che hanno aperto un esercizio di vicinato e alla battaglia da loro condotta (insieme al Mnlf) per la fascia C. Una battaglia che se non ci fosse stata non avrebbe portato all’apertura di alcunché.”
Contrarietà totale invece alla norma definitiva del punteggio, che “crea ulteriore diseguaglianza, divisione, nuove lobby, ma soprattutto non risolve i problemi di iniquità presenti nella categoria, al contrario, li acuisce”.