Come è noto per decenni si è proposta la necessità di completare il percorso professionale di quei profili professionali sanitari compresi nella legge 251/00 che fossero privi di ordine ed albo professionale: proposta a lungo contrastata, sabotata e negata per tanto tempo sino all’approvazione della legge 3/18.
Da molti considerata una folle utopia è ora una stupenda realtà che si sta vieppiù concretizzando nel primo congresso nazionale della Federazione Nazionale degli Ordini Provinciali dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione: nome ed acronimo FNOPTSRMPSTRP incredibili per un’operazione normativa e professionale incredibile!
Diciannove professioni sanitarie delle 3 delle 4 aree previste dalla legge 251/00 unite in un unico ordine articolato in 19 distinti albi professionali, dotati di una propria specifica Commissione d’Albo elettiva; ne è fuori solo l’area infermieristica-ostetrica con le sue 3 professioni di infermiere, infermiere pediatrico ed ostetrica.
A questi si aggiungeranno le professioni di osteopata e chiropratico, individuate dalla legge 3/18, non appena saranno formalmente istituite nonché i previsti dall’ultima legge di bilancio, 19 elenchi speciali e l’elenco speciale dei massofisioterapisti.
Un’istituzione professionale che è unica in Europa e forse nel mondo, gli altri Ordini in Italia al massimo comprendono due professioni, peraltro simili o contigue, ma come e perché è nata questa nuova ed originale realtà di un ordine multialbo?
Come è noto solo la professione di tecnico sanitario di radiologia medica, insieme alle professioni di infermiere, infermiere pediatrico, assistente sanitario ed ostetrica tra le professioni regolamentate dalla legge 251/00 avevano una tutela ordinistica, allora ancora denominato collegio; la necessità di estendere la istituzione dell’albo professionale alle 17 professioni sanitarie delle aree tecniche, della riabilitazione e della prevenzione di cui agli articoli 2,3 e 4 della legge 251/00 che ne erano prive.
Il tentativo legislativo per estendere alle 17 professioni sanitarie la tutela ordinistica veniva bloccato da vari veti da chi negava la necessità di un ordine professionale a chi diceva in Europa non si fa a chi diceva basta ordini non se ne facciano altri etc.
Premesso che non è vero che in Europa non si fa, l’unico modo per trovare la soluzione fu l’idea che mi venne durante il Governo Prodi 2, allorché, con l’incarico di consigliere per le professioni sanitarie per il Ministro alla Salute Livia Turco, collaborando con il Sottosegretario Patta per l’attuazione della delega per l’attuazione degli ordini di cui alla legge 43/06, mi venne l’idea di proporre la soluzione di non istituire altri ordini bensì di “chiedere ospitalità” ad uno o più ordine/collegio esistente per le 17 professioni sanitarie che ne erano prive…cosicché si sarebbe potuto sterilizzare l’obiezione di chi dall’Antitrust ai pseudoliberisti negava a gran voce che si potesse dar vita ad altri ordini professionali, ma non a riformare gli attuali.
Dopo vari tentativi falliti l’unico che accettò la sfida fu l’allora Federazione dei collegi provinciali dei tecnici sanitari di radiologia medica, una rappresentanza istituzionale professionale che anche nella mia precedente esperienza sindacale, dei cui ne avevo apprezzato le doti di solidarietà interprofessionale e la sensibilità alle istanze di progresso, la negazione dell’archetipo di un ordine corporativo.
L’accoglienza della proposta fu subito positiva e quasi corale non solo dal gruppo dirigente centrale ma dello stesso Consiglio nazionale: accettarono di perdere la loro identità istituzionale professionale per solidarietà alle altre professioni sanitarie raccogliendo la sfida di dar vita ad un ordine composto da tanti albi ed elenchi dando vita ad una meravigliosa, ma difficile, complessa e complicata, avventura appena avviata e tutta da percorrere.
Come è noto la delega della legge 43/06 andò “misteriosamente” fallita; ma l’idea dell’ordine multialbo venne riproposta, testardamente e tenacemente, nelle legislature successive, fino a che, nella precedente all’attuale, al limite della sua stessa fine, si concretizzò la speranza tanto attesa e divenne Norma di Stato con l’approvazione della legge 3/18, nel contesto più ampio della riforma di tutte le professioni sanitarie e sociosanitarie.
La folle utopia divenne una splendida realtà, uno esperimento professionale ancora all’inizio ma che certamente diverrà un valore aggiunto non solo per il SSN, ma, certamente, per l’intero mondo delle professioni, una meravigliosa avventura ancora all’inizio ma che può far bene sperare: da oggi in sanità e nelle professioni tutto non è come prima.
Un ringraziamento particolare lo esprimo a chi in quella sera che lo proposi, non ebbero dubbi nell’accettare questa impegnativa sfida e contribuirono a realizzarla cioè l’allora gruppo dirigente della FNCPTSRM: Giuseppe Brancato, Massimiliano Sabatino, Fausto Facchini ed Alessandro Beux, allora più giovane ma già promettente ottimo leader e complimenti a tutti i gruppi dirigenti provinciali dei TSRM e delle rappresentanze delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione i quali sul territorio stanno concretizzando il sogno di un ordine nel quale convivano così tante professioni nell’interesse dei cittadini come di quello dei professionisti, onori a questi nuovi eroi di un Rinascimento delle professioni…
ad maiora!
Saverio Proia