È
Renzo Corvò il nuovo presidente eletto dell'Associazione italiana di radioterapia e oncologia clinica (Airo). L’elezione nell’ambito dei lavori del XXIX Congresso Nazionale dell’Airo che ha visto, sotto la Presidenza di
Stefano M. Magrini (Brescia) la partecipazione di oltre 600 radioterapisti impegnati quotidianamente nella cura dei pazienti oncologici mediante moderne tecnologie radioterapiche e innovativi farmaci biomolecolari. Il titolo del Congresso
“Un ponte verso il futuro” ha ben riassunto i temi trattati quest’anno, mirati, tra i molteplici argomenti, alla presentazione e discussione di nuove tecnologie ibride come gli acceleratori dotati di risonanza magnetica integrata e alla presentazione dei risultati emersi dai gruppi di lavoro metodologici attivati in Airo per dirimere le “aree grigie” presenti nelle Linee Guida Oncologiche nazionali e internazionali.
Renzo Corvò, Professore Ordinario di Radioterapia all’Università di Genova e Direttore di Radioterapia Oncologica presso l’Irccs Ospedale Policlinico San Martino di Genova, ha un lungo passato in Airo come Consigliere del Direttivo Nazionale, componente e poi coordinatore della Commissione Scientifica. Corvò coprirà il ruolo di Presidente eletto nel biennio 2020-2021 sotto la Presidenza effettiva di
Vittorio Donato, Direttore del Dipartimento Radiologico al San Camillo Forlanini di Roma, e poi sarà Presidente in carica nel biennio 2022-2023.
Tra le sfide che lo attendono, Corvò ritiene che almeno cinque siano i principali obiettivi dell’AIRO che devono essere raggiunti nei prossimi anni: il consolidamento del cruciale ruolo del radioterapista oncologo nei Board multidisciplinari oncologici, il potenziamento dei centri di radioterapia italiani accelerando il processo di rinnovo tecnologico, assicurando a tutto il territorio nazionale un’equità di trattamenti evoluti come la Radioterapia ad Intensità Modulata (IMRT) -guidata dalle immagini (IGRT) e la Radioterapia stereotassica, e la diffusione dei trattamenti combinati radio-chemioterapici sotto la co-responsabilità dell’oncologo radioterapista. Due altri obiettivi non meno importanti sono quello di assicurare l’ulteriore sviluppo della ricerca, che già ha prodotto tanti benefici per i pazienti oncologici, e, non ultimo, ottenere una maggiore visibilità societaria con le Istituzioni, le Società Scientifiche e, in particolare, con i pazienti oncologici stessi che possono essere oggi curati con terapie radianti efficaci, non invasive e non gravate da pesanti tossicità acute o tardive.