La sentenza del Consiglio di Stato del giugno scorso, che ammette 1.600 studenti ricorsisti alla Scuola di medicina e chirurgia, a giudizio di Anaao Giovani, raschia il barile di una formazione non programmata e lacunosa riducendola a termini numerici oltre che sostanziali.
“Il tutto - commenta Anaao Giovani- appare un film tragicomico in cui, nel mancato rispetto di ruoli e funzioni, la giustizia amministrativa si attribuisce la facoltà di stabilire, dilatandolo, il numero di iscritti basandosi su una presunta capacità ricettiva delle università applicando una logica semplicemente deduttiva: poiché sono aumentati i posti nel 2019/2020 vuol dire che anche negli scorsi anni era possibile formare un numero incrementale di medici”.
“Come se non bastasse, la stessa giustizia amministrativa si auto proclama anche decisore politico sottolineando, in maniera erronea, che tale decisone è adiuvata dalla carenza di medici. Il tutto avviene in un caldo ed afoso clima agostano, forse complice di una ulteriore sciagurata pagina della formazione italiana”.
Anaao Giovani esprime profonda preoccupazione e respinge con decisione la sentenza del Consiglio di Stato e le motivazioni connesse. “Occorre un cambio di passo ed una altrettanto dura presa di posizione del governo rispetto al dilagare della giustizia amministrativa divenuta ormai un’alternativa sicura al test d’ingresso. Non mancano medici ma specialisti, continuiamo a ribadirlo con forza. Nel 2025 si registrerà un ammanco di 16.500 unità specialistiche che si aggiungeranno alle 8.000 attuali. Nel contempo, anche in virtù di queste incomprensibili e miopi decisioni, avremo nel breve periodo, un imbuto formativo destinato a crescere esponenzialmente, superando rapidamente le 15.000 unità e tra 12 anni, quando le nuove leve entreranno nel mondo del lavoro, i fabbisogni saranno più che dimezzati, prospettandosi con gli attuali ritmi di incremento delle iscrizioni, un imbuto lavorativo che costerà miliardi di euro all’erario pubblico”.
"Occorre porre un freno immediato ed aumentare i posti in specialità portandoli a circa 12.000 per anno per tre anni, avendo il coraggio di ridurre i posti nella scuola di medicina e chirurgia. Anaao Giovani si riserva di procedere con tutti i mezzi a disposizione per contribuire ad arginare il fenomeno del ‘tutti dentro’ che nuoce alle migliaia di colleghi impegnati ogni giorno per raggiungere un sogno. Non saremo complici del disfacimento di ciò che resta del sistema formativo italiano”, conclude la nota.