"Le parafarmacie non sono meri esercizi commerciali ma di fatto sono presidi sanitari sparsi sul territorio italiano, chiediamo che ci venga riconosciuto questo ruolo”. È quanto afferma il presidente di Fnpi, Davide Giuseppe Gullotta in una nota in cui rileva come “la parafarmacia ormai da anni viene riconosciuta dal cittadino che quotidianamente la sceglie come importante esercizio sanitario, dove poter trovare un farmacista competente e professionista. Purtroppo però esiste ancora poca chiarezza sul ruolo del farmacista in parafarmacia e spesso le istituzioni mostrano un atteggiamento incostante, e che differisce da regione a regione”.
“In molte province e regioni – sottolinea - le parafarmacie danno il servizio di ritiro referti o prenotazione CUP, ma in altre province, a causa di una burocrazia farraginosa e di una politica insensibile al territorio, le asl negano la possibilità di erogare questo tipo di servizio rispondendo che in parafarmacia non è garantita la privacy. Questo risulta ancora più assurdo dal momento che anche in parafarmacia si fa il gdpr sulla privacy”.
“Un iter normativo non completato – rimarca Gullotta - e l'incertezza normativa italiana fanno si che i farmacisti delle parafarmacie vivano quotidianamente situazioni senza logica che ne limitano le possibilità. Questo senza dei reali motivi, anche perché ricordiamo che di fatto in parafarmacia si hanno tutti i controlli di sicurezza e qualità che troviamo in farmacia (ovviamente escludendo le ispezioni e gli obblighi connessi alle ricette mutuabili, che non abbiamo)”.
“Proprio le classi più deboli – sottolinea -, anziani e mamme, da anni ormai trovano nel farmacista in parafarmacia un supporto importante, e quotidianamente il farmacista in parafarmacia è chiamato a risolvere piccoli problemi e a consigliare soluzioni che semplificano la vita del cliente/paziente. Noi farmacisti di vicinato chiediamo al Ministro Grillo e alle istituzioni semplicemente di essere usati, di essere riconosciuti come risorsa da usare e valorizzare, di essere inclusi nelle campagne di screening e nelle iniziative del SSN, chiediamo di essere riconosciuti come esercizio sanitario, come nei fatti i cittadini ci vedono da ormai da più di 10 anni”.
“Troviamo assurdo ed illogico – conclude - che i farmacisti di vicinato vengano ignorati dal Ssn e le istituzioni, o che in alcune regioni e province i servizi che le parafarmacie possono erogare sono limitati, quando di fatto siamo già distribuiti sul territorio italiano capillarmente, siamo un ulteriore canale dove è presente un farmacista abilitato e professionista che si affianca alle farmacie”.