“Poco, molto poco si è fatto fino ad ora per i medici e per la sanità pubblica. Molti annunci, ma poco dialogo e pochi provvedimenti concreti. È il momento della protesta”. Questa la denuncia, e la proposta, lanciata dalla Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu, all’indomani della partecipazione alla Maratona per il Patto per la Salute organizzata dal ministero della Salute e della proclamazione da parte di altre sigle sindacali dello stato di agitazione.
Per
Francesco Esposito, segretario generale Fismu, “il vaso è colmo! È il momento della protesta, basta con gli assegni in bianco a Governo e Regioni. Dichiariamo lo stato di agitazione unitario”.
“A parte la chiusura dell’accordo della specialistica ambulatoriale - continua Esposito - tutti gli altri contratti dei medici, bloccati da molti anni, sono ancora in alto mare. Il piano di investimenti per la sanità pubblica è inadeguato e sub judice del Ministero dell’economia. E dall’Ocse arriva l’ennesimo rapporto negativo contro il nostro Ssn: e la bocciatura sull’esiguità della spesa pubblica sanitaria per il nostro Paese”.
Ma l’elenco potrebbe essere molto più lungo per Fismu che sottolinea solo alcuni altri puntuali spunti: “Poco o nulla si è fatto per il nodo della carenza del personale - aggiunge - rimane irrisolto il problema dell’imbuto formativo e del destino di migliaia di precari (in tutti i settori, tra questi, da anni, tra i più colpiti il 118 e la guardia medica), i cosiddetti camici grigi. Formazione e specializzazione, non cambia nulla. Assistiamo a una entrata a gamba tesa del Miur sul numero chiuso all’università, nonostante le istituzioni ordinistiche avessero detto chiaramente: ‘Non mancano i medici ma gli specialisti’”.
“È una sanità precaria, con poche risorse e molti sprechi - sottolinea il segretario generale Fismu - che non ha una seria programmazione, che è vittima delle improvvisazioni del Governo e delle Regioni. Un Ssn insicuro, con proposte di legge contro la violenza annunciate ma mai approvate, e con strutture fatiscenti in alcune realtà, soprattutto al centro sud. La nostra società è diversa, la domanda di salute cambiata, ma la nostra macchina organizzativa non è ancora pronta, anzi, spesso è vecchia. Si salvano alcune esperienze di avanguardia di assistenza, isole felici, quasi sempre frutto del coraggio e dell’impegno dei medici stessi. Il vaso è colmo, serve una nuova convenzione, un nuovo contratto della dirigenza, serve dare davvero fiducia ai medici e prevedere risorse adeguate. È necessario un progetto condiviso e un vero dialogo con i medici, non una Maratona come quella che si sta svolgendo in questi giorni, che nonostante lo sforzo del ministero, rischia di essere solo uno spot elettorale”.