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QS Edizioni - venerdì 22 novembre 2024

Lavoro e Professioni

“No all’iscrizione obbligatoria all’Enpaf per farmacisti dipendenti e disoccupati”. Il Comitato apre un sito ad hoc per fermare la “fuga” di molti farmacisti under 60

immagine 22 maggio - Iniziativa via web del Comitato No Enpaf che permette ora l’adesione telematica. “Enpaf non deve più essere un ostacolo per l’iscrizione all’albo (e quindi ai concorsi), e il dato che, solo nel 2018, si siano cancellati dagli ordini dei farmacisti italiani ben 2.474 colleghi al di sotto dei 60 anni è lapalissiano”, dicono dal Comitato.
Il Comitato No Enpaf per farmacisti dipendenti e disoccupati ha annunciato oggi la creazione del sito www.noenpaf.it. “Attraverso tale piattaforma – si legge in una nota - , il Comitato No Enpaf permette l’iscrizione al Comitato in modo veloce ed assolutamente gratuito”.

“Tale decisione – si spiega -, complice un lungo e duro lavoro di organizzazione, nasce dalla ferma volontà di far crescere il Comitato con il solo e nobile fine di informare, supportare e lavorare per tutti quei farmacisti che siano dipendenti e disoccupati e che vogliano rendere note tutte le problematiche connesse con l’iscrizione d’ufficio ad ENPAF, quali lo spinoso meccanismo della perdita della riduzione nonché il pagamento della esosa quota una volta trascorsi i 5 anni di disoccupazione dell’iscritto”.

“Invitiamo tutti i colleghi dipendenti e disoccupati – prosegue la nota ad iscriversi e firmare la petizione, giacché queste due semplici azioni risulteranno decisive per promuovere la dignità professionale e vincere questa battaglia contro l'Enpaf obbligatorio per i farmacisti dipendenti e disoccupati. Enpaf non deve inoltre più essere un ostacolo per l’iscrizione all’albo (e quindi ai concorsi), ed il dato che solo nel 2018 si siano cancellati dagli ordini dei farmacisti italiani ben 2.474 colleghi al di sotto dei 60 anni è lapalissiano”.
 
“C’è ancora molta diffidenza – si precisa - circa l’attuabilità del nostro intento, e centinaia di colleghi pagano rassegnatamente cifre sproporzionate perché convinti che non ci sia altra soluzione. A questi colleghi ancora sfiduciati vogliamo dire che comprendiamo profondamente questo stato d’animo, giacché apparteneva anche ad ognuno di noi, ma da quando il Comitato è nato ed il sito è online abbiamo compreso che questa è l’unica via di espressione di una solidarietà di categoria senza precedenti, e ne sono lampante dimostrazione le decine di lettere (che arrivano ogni giorno al sito) scritte da colleghi di tutta Italia, lamentando situazioni contributive ai limiti del surreale”.
22 maggio 2019
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