“Dalla crisi al nuovo paradigma della medicina”: è questo lo slogan scelto dalla Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri, per gli
Stati generali della Professione medica, che prenderanno ufficialmente il via giovedì 16 maggio a Roma, quando, alle 14,30, presso l’Hotel Giustiniano, in Via Virgilio 1, i 106 presidenti degli Ordini dei Medici d’Italia si riuniranno per discutere la prima delle sei Macroaree sulle quali si focalizzerà il dibattito, che coinvolgerà la professione e l’intera società civile per più di un anno.
Saranno proprio ‘i cambiamenti e la crisi’ al centro di queste prime due giornate, il 16 e 17 maggio, quando i medici, suddivisi in cinque gruppi di lavoro, prenderanno atto della ‘crisi della medicina’, affronteranno la ‘questione medica’, analizzeranno la ‘crisi della metodologia e dell’epistemologia’, l’influenza del ’genere sulla professione medica’, e cercheranno di comprendere, in una sorta di ‘risk management della crisi professionale’, quale sia l’origine degli errori e dei fallimenti che hanno portato alla situazione attuale. Il punto di partenza sono le ‘
Cento tesi’messe a disposizione dal filosofo della medicina Ivan Cavicchi. Dalla due giorni scaturiranno cinque Documenti, uno per ogni Gruppo di Lavoro.
“Le aggressioni contro i medici, il corto circuito tra scienza medica e società, con il fiorire di fake news sulla salute, il disagio degli operatori del Servizio Sanitario pubblico, costretti a lavorare anche contro le norme sulla sicurezza dei luoghi di lavoro e sul riposo compensativo, l’aziendalizzazione della sanità, il mancato coinvolgimento nelle politiche di governance, le disuguaglianze di salute: sono tutti sintomi di una ‘crisi’ del ruolo del medico che non può più essere rimossa e taciuta, ma va ammessa, riconosciuta e affrontata nella sua complessità” afferma il presidente della Fnomceo,
Filippo Anelli.
“Il percorso degli Stati Generali ci porterà a scrivere in modo condiviso, insieme a tutte le componenti della società civile, la “Magna Carta” della professione – continua Anelli - L’obiettivo è infatti la ri-definizione del ruolo medico all’interno della nostra comunità, in modo da coniugare i valori che da sempre hanno ispirato la professione con i diritti e i bisogni dei cittadini in una società sempre più articolata e complessa”.
L'incontro si aprirà con le relazioni di
Filippo Anelli e
Ivan Cavicchi e la proiezione del corto ‘Apolide’, la prima a livello nazionale dopo l’anteprima al Policlinico di Bari, dove è ambientata la storia dell’amicizia tra Mimmo e Dabo, il medico oncologo pugliese e il suo giovane paziente arrivato dalla Guinea a bordo di un gommone e poi trovatosi ad affrontare, dopo la lotta contro il mare, anche quella contro il cancro.
“Questa storia vera rappresenta l’incarnazione dei valori del nostro Codice di Deontologia, che impone al medico di accogliere e curare chiunque chieda il suo aiuto, senza distinzioni di sesso, razza, provenienza, cultura, religione – commenta Anelli - Esprime anche i fondamenti del nostro Servizio Sanitario Nazionale, che è nato con l’intento di erogare a tutti le stesse cure, secondo i principi di solidarietà, equità e universalità. Questa storia esprime, infine, i diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione, su cui fondare il nostro vivere comune, al di là di ogni individuale differenza”.