Parità di diritti con la professione medica. Questo quanto vuole ribadire in occasione della giornata internazionale dell’infermiere, il sindacato Nursind.
“Pensiamo – dichiara il segretario nazionale
Andrea Bottega - siano maturi i tempi per mettere sullo stesso piano tutte le professioni sanitarie in termini di diritti contrattuali. Così dopo il passaggio da collegio a ordine professionale avvenuto lo scorso anno con la legge 3/2018, riteniamo che si debba intervenire affinché anche le professioni sanitarie abbiano una sezione o area separata di contrattazione. I limiti della contrattazione di comparto si sono palesati con forti penalizzazioni proprio nei confronti delle professioni sanitarie e in particolar modo quelle infermieristiche.”
Due, per il Nursind, sono le situazioni che indicano il momento maturo di chiedere contrattazione separata e un’indennità di esclusività. "La prima interessa i lavori della commissione paritetica istituita presso l’Aran che tratta, tra l’altro, il nuovo assetto degli inquadramenti del personale con particolare riferimento alla carriera delle professioni sanitarie. In quest’ambito pensiamo debba trovare la valorizzazione dei percorsi universitari di laurea e post laurea, le leggi di autonomia e responsabilità professionale, gli obblighi formativi e assicurativi, e di iscrizione agli ordini professionali. In questi anni abbiamo assistito a una progressiva 'forbice formativa' senza che ciò abbia comportato una revisione della 'forbice retributiva'. Oggi l’infermiere è un professionista laureato inquadrato come se fosse ancora diplomato. Per tali motivi Nursind chiede un’area o sezione separata di contrattazione.
La seconda situazione che ci sembra favorevole deriva dalle dichiarazioni del Senatore Sileri, Presidente della commissione igiene e sanità del Senato, in merito al riconoscimento della libera professione intramuraria per il personale infermieristico del comparto".
“Nursind pertanto, si batterà - continua il segretario nazionale - per una modifica del sistema normativo per l’abolizione dell’esclusività di rapporto, per il riconoscimento della libera professione e per il riconoscimento dell’indennità di esclusività abolendo così l’attuale iniqua possibilità di solo supporto all’attività della libera professione medica, inaccettabile da un punto di vista professionale, contrattuale e retributivo. Naturalmente – conclude il Nursind – riteniamo che l’indennità di esclusività debba essere prevista dalla legge e finanziata contrattualmente con una proporzione non inferiore al 15% della retribuzione lorda.”