“I dati lo confermano: nelle corsie dei nostri ospedali ci sono più donne medico, nella generazione fino a 49 anni rappresentano oggi il 60% di tutti i camici bianchi di quella età e nella fascia dai 35 ai 39 anni sono il doppio dei maschi (dati Anaao Assomed) e i settori nei quali l’incidenza femminile è aumentata sono le attività sanitarie e di assistenza sociale (+9,9%) (dati Centro studi Cna). Ma l’altro dato, non nuovo purtroppo, anzi vecchissimo, è che se le donne medico aumentano, a ricoprire i ruoli al vertice sono invece sempre loro, i maschi, il 90 per cento del totale (dati Cisl). Nel giorno della festa della donna, dunque, ancora una volta abbiamo la conferma che uomini e donne non sono uguali”.
Lo ha dichiarato
Beatrice Lorenzin, ex ministro della salute e leader di Civica popolare che già definì “un segnale bruttissimo verso il mondo delle donne” la nomina di sole tre donne nel nuovo consiglio Superiore di Sanità e che è stata l’unico ministro della Salute ad avere nel proprio Css un numero pari di donne e di uomini e una presidente donna.
“Gira e rigira – prosegue - le donne continuano a essere penalizzate fuori dalle mura di casa, non soltanto per il livello salariale, ma la disparità si vede anche là dove i contratti collettivi contano meno o non contano affatto e cioè nelle posizioni apicali, quelle di quadri e manager, la dirigenza in poche parole. C’è ancora molto, tantissimo, da fare per la parità di genere a cominciare da un discorso culturale nelle scuole per continuare con delle politiche di sostegno, di welfare, concretamente incisive nella vita quotidiana delle lavoratrici”.
“Purtroppo – conclude Lorenzin – dal movimento 5stelle e dalla Lega c’è una scarsa sensibilità sulle politiche femminili in tutti i campi”.