“Il comma 526 della legge di bilancio 2019 impone ulteriori oneri burocratici ai medici dipendenti e convenzionati SSN con le certificazioni INAIL”, ha dichiarato di
Gian Massimo Gioria, Responsabile Nazionale SMI per l’Assistenza Primaria.
“Rifiutiamo ogni logica impositiva! La legge di bilancio individua lo stanziamento di fondi del tutto insufficienti per le certificazioni INAIL. Sono infatti, 641.000 infortuni riconosciuti nel 2017 a fronte di 25.000.000 di euro stanziati. Chiediamo un immediato tavolo di trattativa, dove venga riconosciuto il lavoro dei medici dipendenti e convenzionati. Basta con il criterio della quota capitaria. I medici hanno diritto a veder riconosciuto il loro lavoro sulla base di quanto effettivamente svolto e chiedono di aprire la contrattazione per aver riconosciuto il compenso per la prestazione effettivamente svolta” continua la nota.
“Per queste ragioni diciamo no all’inglobamento nella quota capitaria, no alla cooptazione coatta dei medici per conto dell’INAIL, né tanto meno, resteremo fermi dinnanzi a ulteriori carichi burocratici. Rivendichiamo, invece, un immediato snellimento delle procedure INAIL con la fornitura password attraverso le ASL.> continua ancora il sindacalista dello SMI.
“I medici sono disponibili a certificare l’apertura e la continuazione del certificato on line e valutato e l’onere medico legale, spetta all’INAIL, attraverso i suoi medici dipendenti, procedere al rilascio dell’idoneità all’esenzione temporanea e alla chiusura dei certificati. I medici non sono più disposti a subire passivamente il decennale congelamento dei propri diritti contrattuali a fronte di imposizioni di legge che bypassano le organizzazioni sindacali. È la contrattazione che stabilisce ove allocare i fondi attraverso il confronto con i sindacati di categoria”.
“Lo SMI si batterà contro i contenuti dal comma 526 della Legge di Bilancio 2019. Senza alcun Accordo Collettivo Nazionale si ledono i diritti dei medici e dei lavoratori della Sanità. Si convochi subito il tavolo di trattativa”, conclude Gioria del Sindacato Medici Italiani.