Assemblee in tutti gli ospedali italiani e un sit-in a Roma in Piazza Navona. La stagione di protesta dei medici e della dirigenza del Ssn è iniziata oggi. E questo è solo l’inizio: la prossima tappa saranno due giornate di sciopero, il 12 e 19 luglio, per dire no ad una manovra economica che mette in ginocchio la professione medica e mina le fondamenta del Ssn.
La manovra taglia a piene mani, spiegano le organizzazioni sindacali - Anaao Assomed, Cimo-Asmd, Aaroi-Emac, Fp Cgil Medici, Fvm, Fassid, Fesmed, Anpo-Ascoti-Fials Medici, Sds Snabi, Aupi, Sinafo, Fedir-Sanità, Sidirss - e “colpisce la categoria in modo iniquo, grave e inaccettabile. Perché ci colpisce su tutti i fronti, quello economico, quello organizzativo e quello professionale peggiorando le condizioni del nostro lavoro”.
Basta dare un’occhiata ai numeri snocciolati dalle organizzazioni sindacali per comprendere quali saranno gli effetti negativi: 20 mila medici in meno nell’arco di quattro anni a causa del blocco del turn over, deciso dalla manovra. Un numero destinato a crescere se si pensa che a causa del pesante giro di vite imposto dalla manovra altri 10mila medici decideranno di “scappare” dal Ssn per andare in pensione. In totale, 30mila unità in meno sulle quali contare per rispondere ad una crescente domanda di cure.
Tradotto: una catastrofe per il Ssn che nel giro di pochi anni trasformerà, come ha sottolineato Costantino Troise, segretario nazionale dell’Anaao Assomed “ il Ssn in un sistema povero per i poveri”.
“Ci sarà una caduta della qualità e un allungamento delle liste d’attesa – ha aggiunto Troise – un allungamento tempi di degenza.sui tempi per rispondere a una visita specialistica, sulle sedute operatorie e sui tempi di ospedalizzazione, con il risultato che il diritto alla salute diventerà diritto di censo. Ovvero chi può si rivolgerà al privato e chi non avrà la possibilità si metterà in coda”.
Gli Ospedali diventeranno quindi, gli unici ammortizzatori sociali. “Si sta provando a cambiare pelle al Ssn, - ha aggiunto Troise - per non parlare del lavoro dei medici che sta diventando sempre più gravoso e drammatico al punto che non si riuscirà più a rispondere alla richiesta di cure”.
Ester Maragò