Farmacisti ospedalieri. “Il farmacista ‘fil rouge’ di continuità assistenziale”. Intervista alla presidente Sifo, Serao Creazzola
di Marzia Caposio
2 dicembre - Il farmacista come motore di salute per il futuro e la ferma posizione di preservare l’universalità e l’equità del Ssn. Questi i messaggi chiave della Presidente SIFO lanciati in occasione del 31° Congresso nazionale della società in corso a Napoli dal 29 novembre al 2 dicembre dove si è celebrato anche il 40° anniversario della legge istitutiva del Ssn
“La SIFO opererà sempre affinché il Servizio Sanitario rimanga universalista e gratuito, e nel valore che questo ha per creare salute, in moda da migliorarsi sempre”. Così Simona Serao Creazzola presidente SIFO, Società scientifica dei farmacisti ospedalieri e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie territoriali, in occasione del XXIX Congresso nazionale della società, in corso a Napoli. In questo contesto, il farmacista è visto come motore di salute per il futuro e come catalizzatore di percorsi condivisi.
Priorità quindi è "identificare, posizionare e comunicare la professione del farmacista delle Aziende Sanitarie come motore del cambiamento della sanità, ruolo di connessione di sistema che contribuisce a produrre salute per il paziente e valore per il sistema Paese. Vogliamo cioè - ha sottolineato Serao Creazzola - affermare che il farmacista è oggi il vero 'fil rouge' per la continuità assistenziale, nella gestione delle cronicità, in reparto e nei nuovi setting assistenziali territoriali previsti a fianco del medico e delle altre professioni sanitarie per l'attività di farmacia clinica".
Ma il farmacista ospedaliero oggi, si trova a dover affrontare numerose nuove sfide e responsabilità, e "l'obiettivo SIFO è quello di dare risposte concrete ai bisogni di salute dei cittadini, con cui i farmacisti si confrontano quotidianamente, per assicurare standard elevati di assistenza farmaceutica a garanzia dell'efficienza e dell'unitarietà della stessa", ha proseguito. Per fare questo occorre "misurare in modo sempre più oggettivo le performance e gli esiti di salute. Essere elemento facilitante per garantire l'accesso equo alle cure, evitando quindi che il paziente debba ricorrere alla spesa out of pocket o abbandoni le cure. Per questo il farmacista deve recuperare quel ruolo di comunicatore e formato di una consapevolezza nel paziente che si è un po’ persa”.
Altro tema importante poi è quello della prevenzione: “occorre suscitare investimenti in prevenzione e innovazione organizzativa, perché SIFO è consapevole che stili di vita, accesso all'assistenza farmaceutica, qualità ed outcome della stessa, incidono profondamente sullo stato di salute di una popolazione", ha precisato Serao Creazzola.
Infine, la SIFO si è pronunciata anche su un tema che non viene trattato spesso, quale è l’assistenza farmaceutica penitenziaria. Quella delle carceri è una popolazione molto particolare, che ha però diritto ad un accesso alle cure e all’assistenza farmaceutica pari a quella di tutti gli altri cittadini, e la loro salute è un problema di salute pubblica a cui deve fare fronte il Servizio sanitario nazionale. “Con il passaggio delle competenze in materia sanitaria dal ministero della difesa al ministero della salute si dice semplicemente che il detenuto deve avere assistenza farmaceutica ma non come”, ha precisato la Presidente.
“Su questo punto specifico, ci troviamo da tempo di fronte ad una vacatio normativa che spesso non ci permette di operare nel modo ottimale - ha proseguito - Il contesto è molto particolare perché rispetto all’assistenza farmaceutica non è definito appunto come vada a configurarsi l’assistenza carceraria. C’è una mescolanza delle norme che trovano applicazione nel fornire assistenza farmaceutica ai detenuti e il servizio farmaceutico dell’azienda sanitaria locale si trova spesso a dover applicare norme che vengono normalmente attuate per il contesto territoriale e norme che vengono applicate per il contesto ospedaliero”, ha concluso Serao Creazzola.