Una prima adesione per il Forum Nazionale dei Rappresentanti del Lavoratori per la Sicurezza in Sanità si è avuta, nel corso dell’incontro svoltosi a Firenze a margine della 13ᵃ edizione del Forum Risk Management in Sanità, da parte di INAIL, Federsanità ANCI, ANMIL ed Euromedia che hanno realizzato, attraverso uno specifico progetto, una App denominata “Kit di informazione e disseminazione per i RLS in Sanità”.
Dai RLS presenti all’incontro è stata pienamente condivisa l’idea del Forum tanto da richiedere l’immediato decollo di questo strumento alla luce di quanto è stato evidenziato nel corso degli interventi (
Tommaso De Nicola, direttore vicario della Direzione Centrale Prevenzione INAIL,
Maria Giovannone ANMIL,
Roberto Falchi Euromedia, coordinati da
Rosanna Di Natale Federsanità ANCI) soprattutto per quanto riguarda le potenzialità applicative del kit, quali ad esempio azioni di comunicazione tempestiva o azioni correttive/preventive in ambito della gestione della prevenzione e sicurezza sul lavoro nel comparto sanitario.
La premessa è che tutto il progetto tende a stimolare il senso di responsabilità e partecipazione della figura del RLS nei confronti dell’organizzazione di appartenenza, in relazione alla prevenzione e sicurezza sul lavoro. Figura a volte di contorno nel sistema della prevenzione e protezione, il RLS sarà dotato con questa App di strumenti che, da un lato gli consentono di fare in maniera più strutturata opera di diffusione della cultura della sicurezza nei confronti dei suoi colleghi, e dall’altro, di collaborare più attivamente con RSPP, Preposti, Dirigenti e Direzione dell’Azienda, diventando un’antenna di rilevazione, rapida, competente e precisa dei potenziali rischi quotidiani.
Fin dall’inizio del percorso della progettazione dell’App ci si è posti il problema della possibilità che qualcuno potesse utilizzare lo strumento per danneggiare qualcun altro, in particolare colleghi di lavoro o superiori o l’Azienda di appartenenza nel suo complesso.
La risposta che ci si è dati è che, comunque il soggetto “malintenzionato” ha già a disposizione, per danneggiare chiunque voglia, il proprio telefonino e poi Youtube, Facebook, ecc. Ecco perché nell’App messa a punto è stato strutturato un sistema di filtri che dovrebbero impedire problemi di questo tipo. A tal proposito, per essere ancora più convincenti, è stato illustrato quale percorso segue Il flusso delle informazioni nella App.
Ogni RLS è associato ad un codice, che lo accomuna ai dipendenti dell’organizzazione nella quale opera; ad esempio, se in un’azienda Ospedaliera ci sono 10 U.O., ognuna con il suo RLS, ci saranno 10 codici che individuano i dipendenti delle diverse U.O. e che li mettono in relazione con il rispettivo RLS, e solo con quello; viceversa, il RLS può venire a conoscenza solo delle segnalazioni che arrivano dai dipendenti che fanno riferimento a lui ed a quella specifica U.O.
Il dipendente che individua un fatto a suo parere rischioso o pericoloso, utilizza le funzionalità dell’App per inviare la segnalazione al “suo” RLS e; se vuole, può anche inviare una foto. Se utilizza questa funzionalità, trova un avvertimento in materia di privacy che gli dice che se invia foto di persone non travisate o comunque riconoscibili, dichiara “
di aver acquisito il consenso delle stesse alla diffusione delle immagini che le ritraggono”.
Il RLS che riceve la segnalazione, al di là di eventuali altre azioni di sensibilizzazione verso il RSPP e il datore di lavoro o i propri colleghi, tramite l’App può soltanto mandare un messaggio di testo, c.d. notifica push, agli altri colleghi/dipendenti (collegati a lui e tra loro dallo stesso codice) senza l’eventuale foto allegata, magari per avvertirli di un’emergenza.
Certo, se poi ha intenzione di danneggiare qualcuno, e se sa usare lo smartphone, può, a quel punto, diffondere tutto ciò che riceve tramite un qualsiasi social network; ma, come sottolineato sopra, può già farlo, e se lo fa, comunque, nel back end dell’applicazione si saprà che quella notizia o quella foto sono state inviate da lui o dal dipendente che gliele ha inviate.
Parlando del back end, ogni RLS può accedere solo alle segnalazioni che gli arrivano dai colleghi/dipendenti a cui è collegato. Esiste poi un ulteriore livello di autorizzazione che, in questa fase di sperimentazione, si sta gestendo in Euromedia (partner del Progetto), che può essere individuato quale “Super User”.
Il Super User può vedere tutto quello che accade all’interno dell’App, e operare tecnicamente sulla struttura della stessa e sui contenuti.
Il Forum dei RLS in Sanità completerebbe quel mosaico in cui manca il tassello della condivisione e confronto delle diverse realtà anche per ricercare ed elaborare “Buone Prassi” in materia (art.2 punto “v” del D.Lgs.81/29008) per richiederne il riconoscimento ufficiale alla Commissione Consultiva ex art.6 del Testo Unico Sicurezza sul Lavoro.
Tutto questo consentirebbe l’adozione di questi modelli senza alcuna difficoltà da parte della affollata platea dei Direttori Generali di ASL e Aziende Ospedaliere. Un Forum dunque con obiettivi di ricerca, studio e sperimentazione, senza alcuna pretesa di tipo sindacale o rivendicativa. L’occasione è servita anche ad individuare prioritariamente argomenti che al momento nel comparto sanità richiedono particolare attenzione come le lesioni muscolo scheletriche collegate direttamente alla movimentazione manuale dei gravi (in sanità provocano circa il 77 per cento di infortuni), le violenze e le aggressioni che non hanno ancora un percorso chiaro e condiviso di formazione, gestione e prevenzione, lo stress lavoro correlato. Un indispensabile sostegno per il Forum potrebbe venire dall’art. 52 del Testo Unico in materia di SSL che precede un fondo gestito dall’INAIL destinato, tra l’altro anche alla formazione dei RLS.
Domenico Della Porta
Delegato per la Prevenzione e sicurezza dei lavoratori e delle Strutture Federsanità ANCI
Responsabile scientifico del progetto Kit di informazione e disseminazione per i RLS in Sanità