“Un incontro congiunto con i ministri competenti, per discutere dei pesanti riflessi della manovra economica sul servizio farmaceutico italiano e sul comparto farmaceutico nel suo complesso”: è questa la richiesta della Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani contenuta nella lettera inviata al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Le preoccupazioni espresse da tutte le componenti della professione – farmacisti pubblici e privati, farmacisti non titolari ecc – rendono necessarie “soluzioni tali da salvaguardare i livelli occupazionali e la sopravvivenza delle farmacie collocate nelle aree disagiate, che non potrebbero continuare a svolgere la loro funzione sociosanitaria se si applicassero le misure previste in Finanziaria”, si legge nella nota emanata dalla stessa Fofi. “Le misure previste nella manovra economica” ha affermato in proposito Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini, “possono mettere a repentaglio l’occupazione e, con essa, la capillarità del servizio reso dalle farmacie, un patrimonio di cui lo stesso Governo conosce il valore, dal momento che ne ha fatto uno dei perni per la riorganizzazione sul territorio dell’assistenza sanitaria. Sono quindi fiducioso – conclude – che il Presidente del Consiglio non vorrà trascurare questo aspetto”.
Agli altri allarmi lanciati nei giorni scorsi si aggiunge oggi anche quello delle farmacie lombarde che con un loro comunicato si rivolgono al Governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, chiedendogli “di prendere una posizione decisa contro la manovra finanziaria che prevede pesanti tagli alle farmacie e disagi notevoli ai cittadini”. “I risparmi non si possono fare sulla salute delle persone” si legge nella nota. “Il taglio previsto di 420 milioni di euro a carico delle sole farmacie comporterebbe, necessariamente, la riduzione di posti di lavoro e la chiusura di un numero considerevole di farmacie che non riuscirebbero più a far fronte agli impegni economici, a causa di una redditività sempre più ridotta”. Le ripercussioni maggiori però si avrebbero per tutti i cittadini perché le farmacie si troverebbero nell’impossibilità di continuare a offrire gli attuali servizi per la salute, con particolare danno per le fasce più deboli degli anziani e dei malati cronici.
Secondo la presidente della Federfarma nazionale e di quella lombarda, Annarosa Racca, “I tagli previsti dal ministro Tremonti sono in realtà strutturali e penalizzeranno per sempre le farmacie facendo loro compiere un grosso passo indietro rispetto ai servizi sanitari che già offrono. Si tratta di una vera e propria inversione di marcia rispetto a quanto stabilito dalla legge 69/2009 che trasforma le farmacie in presidi sanitari sul territorio, comportando anche un’importante possibilità di risparmio per il Ssn. Alle condizioni previste dalla manovra si andrà insomma nella direzione opposta alla tendenza moderna di rendere più capillari – attraverso le farmacie - molti servizi di tutela della salute pubblica perdendo così l’occasione di incidere su costi sociali sostanziali”. I presidenti provinciali dell’Unione regionale delle Associazioni provinciali dei titolari di farmacia della Lombardia confermano quindi lo stato di agitazione e chiedono un intervento immediato della Regione: “Noi non ci stiamo e chiediamo con forza al Governatore della Lombardia, Roberto Formigoni di prendere una posizione decisa a difesa del sistema farmacia" .