"Quella della parafarmacia è stata un'esperienza risultata fallimentare, per noi farmacisti che abbiamo investito sulla professione. Circa il 70-80% dei farmacisti titolari di sola parafarmacia è in crisi economica, da Nord a Sud". Questo il grido d'allarme lanciato da
Daniele Viti, presidente dell'Unione nazionale anticrisi farmacisti titolari di sola parafarmacia (Unaftisp).
Affermazioni non solo respinte, ma che hanno suscitato le proteste di altri rappresenti della categoria.
Il Movimento nazionale liberi farmacisti (Mnlf) ha parlato apertamenti di una "strategia del pianto", spiegando, "è una vecchia pratica borbonica, attraverso la quale ripetendo all'infinito un concetto, l'opinione generale si convince che ciò rappresenta la realtà e il regnante di turno mosso a pietà fa ciò che gli viene chiesto. Le parafarmacie non sono in crisi e non ne chiudono 8 su 10, le liberalizzazioni non sono un fallimento. Se così fosse non ci spiegheremmo gli aumenti di fatturato e la solerte attività dei monopolisti nel pronunciare la parola fine a questa esperienza positiva".
"Certo, la situazione economica non è delle più rosee, ed esercizi che non ce la fanno o che sono in difficoltà ce ne sono, ma sfruttare queste situazioni, fisiologiche in un sistema di mercato, per difendere interessi di alcuni è veramente indegno. I farmacisti che hanno scelto la libera professione sono una risorsa per il Ssn e la loro dignità va rispettata sempre", conclude il Mnlf.
Sulla stessa lunghezza d'onda anche la Federazione nazionale parafarmacie italiane (Fnpi) che attacca: "Chi non vede un futuro per le parafarmacie che dice di rappresentare e si allinea con chi le vuole distruggere si faccia da parte e lasci lavorare a loro tutela chi invece un futuro lo vede eccome".
"Cavalcare le difficoltà che ogni giorno affrontano con coraggio e dedizione i nostri fieri colleghi per dipingere le parafarmacie come realtà fallimentari è cinico, irresponsabile e manipolatorio. Questo spregiudicato gioco allo sfascio, segno di imbarazzanti difficoltà di rappresentanza, è avvilente perché proviene dall'interno stesso della nostra categoria, e si presta alle mire di chi vuole vederci sparire, viene da chiedersi perché", conclude Fnpi.
Sempre sul tema della sostenibilità delle parafarmacie è intervenuta anche Lpi: "Va chiarito che non siamo messi nelle condizioni di essere sostenibili. Paghiamo Enpaf nella stessa misura di un titolare di farmacia, la distribuzione intermedia non applica le stesse condizioni commerciali alle farmacie e le Parafarmacie sono escluse dai servizi. Abbiamo anche un Delisting che non si aggiorna da 4 anni e le confezioni dei farmaci ch evendiamo spesso si presentano come starter rispetto a quelle presenti in fascia C. Queste le principale problematiche".
Per quanto sopra Lpi, si sta "impegnando in collaborazione con alcuni partiti di Governo, a realizzare emendamenti per risolvere senza rattoppi la situazione di emergenza dei farmacisti titolari di parafarmacia. Abbiamo prospettato un dossier al Ministero della Salute che individua una nuova visione di Welfare allargato alle Parafarmacie. Le parafarmacie se opportunamente intergate sul territorio, tra asl, regioni e cittadini, potrebbero rappresentare una risorsa per il paese, contribuendo alla riduzione della spesa in Ssn e alla diminuzione della spesa pubblica privata".