I medici Anmefi ringraziano il presidente dell’Ordine dei medici di Milano,
Roberto Carlo Rossi per il suo intervento contro la determina dell’Inps che reintroduce le revoche di disabilità tra gli obiettivi di performance.
Qui di seguito il testo integrale della lettera.
Egregio Presidente,
Le siamo grati per l’intervento Suo e dell’Ordine che rappresenta per il netto rifiuto alle logiche economicistiche previste dall’INPS a favore dei “medici fiscali che riducono le certificazioni di malattia”.
Ci è nota la Sua sensibilità ed attenzione per la nostra categoria, più volte manifestata pubblicamente ed in privato, e per questo apprezziamo che si spinga a tutelare la nostra correttezza, ben lontani “dall’aberrante idea” che l’Istituto riprende a distanza di anni e che evidentemente contrasta contro i dettami del Codice Deontologico.
E quand’anche l’Istituto dovesse esercitare tale pressione, comunque da rifiutare, sui colleghi dipendenti, ciò non potrebbe mai applicarla sul medico fiscale, figura autonoma, terza ed imparziale nell’atto medico-legale a cui adempie ogni qualvolta esegue un controllo domiciliare. Purtroppo tale principio di terzietà, che ci caratterizza e ci contraddistingue, sembra sfuggire a molti ed è poco tenuto in considerazione.
Lei sa bene che non siamo dipendenti INPS e sa pure che abbiamo sempre osteggiato quel “medico polivalente” più volte auspicato dall’INPS, sperando di farci confluire in un unico polo della medicina legale, in cui tutti gli addetti potrebbero essere adibiti a qualunque mansione di natura legale.
Il provvedimento avrebbe fatto perdere la fondamentale imparzialità, venendo meno la “capacità di mantenersi estraneo agli interessi di parte e di valutare le cose con equanimità” (Sabatini - Coletti – Il Nuovo Dizionario). In altre parole il medico di controllo vedrebbe modificato nella sostanza il suo ruolo e il suo operato di elemento di terzietà, potendo arrivare a confliggere nel rapporto con altre determinanti figure in causa: l’istituto, il datore di lavoro ed il lavoratore in malattia.
Tale encomiabile ruolo, che ci inorgoglisce perché consapevoli del delicato ruolo fiduciario, ci ha fatto pagare un prezzo alto ed oramai insostenibile, continuando a ritenerci liberi professionisti, ma in verità costretti a collegarci due volte al giorno, anche nei festivi e superfestivi, per poter avere i controlli da effettuare, ad orari stabiliti, senza alcuna tutela, senza ferie o diritto alla malattia, senza alcuna copertura assicurativa ed indennità di disponibilità.
Egregio Dr. Rossi, sa bene che la medicina fiscale resta svincolata da altre organizzazioni dell’Istituto ed è nettamente distinta rispetto ad altri comparti, anche al di fuori dell’INPS, ferma restando la deontologia professionale e la sottomissione alle sole leggi che la riguardano, e quanti la esercitano continuando a lavorare con scienza e coscienza, come fanno sin dal 1983, anno di istituzione della nostra figura (che qualche buontempone spera di abrogare!).
Approfittiamo di questo pubblico ringraziamento per inviarLe uno studio, da noi commissionato all’Avv. Marco Nicolai, che entra nei dettagli giurisprudenziali del nostro ruolo, del tutto pertinente a quanto succintamente esposto.
I medici fiscali di ANMEFI