Dopo gli annunci delle scorse settimane oggi arriva l’ufficialità: i medici e i dirigenti sanitari del Ssn scendono in piazza, con un sit in che si svolgerà mercoledì 17 a partire dalle ore 11 di fronte alla Camera dei deputati in piazza Montecitorio, per protestare contro le Istituzioni. E sono tre le principali richieste: in primis il contratto di lavoro ormai fermo da 9 anni, a seguire un segnale per nuovi assunzioni e far fronte alla carenza dei medici. Infine la richiesta è quella di un finanziamento adeguato del Fondo Sanitario Nazionale.
“Colpire la sanità è colpire la salute. I medici e i dirigenti sanitari in piazza per la sanità pubblica e la dignità del loro lavoro” scrivono i sindacati
Anaao Assomed –
Cimo –
Aaroi-Emac –
Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn –
Fvm Federazione Veterinari e Medici –
Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr) –
Cisl Medici –
Fesmed –
Anpo-Ascoti-Fials Medici –
Uil Fpl Coordinamento Nazionale delle Aree Contrattuali Medica, Veterinaria Sanitaria.
“Tutti questi anni di scarsa considerazione hanno esasperato gli animi dei medici italiani e per questo ci aspettiamo una grossa adesione alla nostra stagione di protesta”. Senza troppi giri di parole il segretario nazionale dell’Anaao Assomed,
Carlo Palermo evidenzia così il clima che ha portato i sindacati della dirigenza medica e sanitaria ad accendere la stagione di protesta della categoria.
“Abbiamo chiesto incontri a tutti i Ministeri interessati (Salute, Mef e Pa) e li chiederemo anche con i presidenti di Camera e Senato e con i presidenti delle commissioni parlamentari”, evidenzia Palermo nell’ottica di voler proseguire il dialogo con la politica. “Il Ministro Grillo – incalza – ci ha ricevuti, è venuta al nostro convegno e sa perfettamente quali sono i problemi. Ma è chiaro che poi ci sono i limiti del Mef”.
Ma in attesa che il dialogo dia i suoi frutti, la rotta della protesta è tracciata: “È evidente che il percorso di protesta, che porterà anche delle giornate di sciopero, sarà cadenzato secondo l’evoluzione della Legge di Bilancio”. E in questo senso il segretario Anaao non nega la sua delusione rispetto al Def e alle anticipazioni della manovra: “Al di là del maquillage dei numeri del Def, il miliardo in più di Gentiloni non è assolutamente sufficiente per il contratto, i nuovi Lea e lo sblocco del turnover. Ne servirebbero come minimo 2,5-3 mld senza i quali proseguirà il definanziamento reale della sanità. Una sanità che però al momento mi sembra esclusa dal dibattito in cui si sente parlare solo di flat tax, reddito cittadinanza e legge Fornero”.
“Per quanto riguarda il contratto – ricorda – l’incremento del 3,48% è già messo nero su bianco sulle norme e ci va dato. Ma è chiaro che per affrontare la carenza di medici, che potrebbe essere acuita con la quota 100 pensionistica in discussione, non so nemmeno se basterà l’aumento delle borse e degli interventi per consentire agli specializzandi di entrare nel Ssn. Guardi, sono davvero preoccupato, sia per la categoria che per i cittadini che rischiano veramente nei prossimi 5 anni di veder radicalmente ridotta l’assistenza”.
L.F.