Iniziano a farsi sentire i primi effetti della legge sulla concorrenza che ha aperto il canale farmacie all'ingresso delle società di capitali. Secondo alcune indiscrezioni Walgreens Boots Alliance a Milano, dopo aver rilevato all’asta le farmacie di EssereBenessere, starebbe per aprire il primo punto vendita con il suo marchio.
A questo si aggiunge il gruppo finanziario ceco Penta Investments che ha già una rete di 1.000 farmacie nell’Europa dell’Est a marchio Dr. Max, che ha dichiarato che lancerà la sua catena in Italia, con un investimento ipotizzato attorno a un miliardo di euro. E, ancora, il fondo F21 (Fondi italiani per le infrastrutture), in trattative avanzate per l’acquisizione di Farmacrimi, gruppo romano a cui fanno capo 13 farmacie e 12 parafarmacie, oltre alla presenza già consolidata di Lloyds.
“Cominciamo a vedere ora i primissimi effetti della legge sulla concorrenza”. Così il presidente di Federfarma,
Marco Cossolo, commenta le notizie su
Filodiretto.
“Dai cartelloni che stiamo leggendo appare chiaro quale sia il posizionamento e dove vogliono andare, molto oltre le piante organiche delle loro farmacie; una logica completamente diversa da quella che ha sostenuto la farmacia italiana da cento anni a questa parte. Si sta quindi paventando lo scenario che i più pessimisti di noi avevano preventivato. Io stesso, già nella precedente consiliatura, in qualità di coordinatore del Consiglio delle Regioni avevo più volte invitato la categoria a una reazione. Boots ha un format consolidato, pur da testare in Italia, che ovviamente non è il Regno Unito. Quindi noi dovremmo studiare qualcosa di diverso perché se pensiamo di rincorrerli sulla loro strada risulteremo perdenti. Il monito che invito a trarre ai miei compagni di viaggio, ovvero, in primis le farmacie e poi Federfarma Servizi e le cooperative, è che bisogna fare in fretta. Piuttosto sbagliare, correggere, ma agire", spiega Cossolo.
Non c'è tempo da perdere, dunque. "Per fortuna noi, in un solo anno, siamo riusciti a mettere in piedi Sistema Farmacia Italia, una forma di aggregazione, pur perfettibile, segnale della volontà di Federfarma di far fronte alla situazione. Ora siamo alla fase 1. Nel 2019 porteremo alle farmacie che crederanno nel progetto contratti con aziende, sulla base dei quali si potranno erogare servizi remunerati, se non dalla Stato almeno da importanti soggetti privati. Bisogna, poi, rapidamente dar vita alla fase 2, con la costruzione di una centrale di negoziazione per poter essere competitivi sul mercato, forse ancor più sul fronte organizzativo che su quello meramente commerciale. Infine dobbiamo rapidamente costruire un format da mettere a disposizione di tutte le farmacie perché il vero vantaggio competitivo delle catene è di avere un modello e un posizionamento chiari, cosa che oggi la farmacia indipendente non ha, persa tra mille immagini e sfaccettature che possono generare confusione".
"E’ necessario uno scatto di orgoglio, accantonare l’individualismo e quella comprensibile gelosia per ciò che ciascuno di noi ha saputo costruire e mettere questi valori a fattor comune. Non possiamo più temporeggiare e neppure continuare a sottovalutare i potenziali danni del fenomeno. Teniamo presente - aggiunge - che noi già dobbiamo scontare la lentezza di chi deve convincersi di un progetto rispetto a chi può prendere decisioni rapide e imporsi in quanto proprietario di farmacie. Occorre accelerare nella proposta perché solo così riusciremo a raggiungere per tempo un grande numero di farmacie”.
“Spero che i grandi gruppi che stanno arrivando si iscrivano a Federfarma perché solo mantenendo un rapporto con loro all’interno del sistema noi riusciremo a conviverci. Se pensassimo di estrometterli, saremmo dei folli. In ultimo, un pensiero a tutti quelli che pensano di avere in tasca la soluzione di tutti i problemi della farmacia italiana. Hanno lanciato allarmi in questi giorni per semplici dichiarazioni di intenti. Mi stupisce constatare come qualcuno possa credere che Federfarma non stia ponendo il massimo impegno su ogni singola criticità della farmacia, come finora dimostrato risultati alla mano. Stupisce ancor di più il silenzio di fronte a un fenomeno, quello dell’entrata dei capitali, che invece è una realtà sotto gli occhi di tutti. Forse questa realtà non conviene evidenziarla perché è la naturale conseguenza di discutibili decisioni prese in passato, che l’attuale dirigenza ha dovuto subire…I problemi si dividono per importanza e urgenza. La questione “Capitale” è importante e urgente perché è ormai tra noi, ci abbiamo dedicato sin dall’inizio del nostro insediamento la massima attenzione e continueremo con tenacia nel percorso intrapreso che è l’unico che può consentire alle farmacie indipendenti di fronteggiare la nuova situazione”, conclude Cossolo.